Quattro anni (meno due mesi) di attesa inutile. È necessario, infatti, procedere alla formazione di «una nuova graduatoria» al fine di individuare i beneficiari della quota parte del “Fondo per le non autosufficienze” per l’anno 2017. Così scrive il commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia Maria Bernardi nella delibera, licenziata nella giornata di ieri, con la quale, appunto, è stato approvato l’Avviso pubblico per dare il via libera alla presentazione delle domande da parte dei pazienti affetti da patologie fortemente invalidanti.

Fondi per i disabili da Governo e Regione

Si tratta di risorse finanziarie che il Governo nazionale, con un contributo anche da parte delle Regioni, ha messo a disposizione delle persone in condizioni di disabilità gravissima (sclerosi multipla, parkinsondistrofia muscolare di Duchenne, demenza, persone in stato di coma o con gravissima compromissione motoria e altre patologie), che necessitano, pertanto, di assistenza continuativa nelle 24 ore per servizi assistenziali e per l’attività di caregiver dei familiari. Questi soldi, quindi, serviranno alle rispettive famiglie della persona malata per l’acquisto di servizi di cura e per garantire l’assistenza domiciliare o per la fornitura diretta di tutto ciò da parte dei familiari sulla base del piano personalizzato di assistenza. I fondi trovano origine nel Decreto del presidente del consiglio dei ministri del novembre del 2017 recante “Riparto del Fondo per le non autosufficienze per l’anno 2017”, pubblicato nella Gazzetta ufficiale il 2 febbraio del 2018, nell’ambito del quale è stata prevista in favore delle Aziende sanitarie calabresi l’assegnazione di una quota di un finanziamento complessivo, pari a 17.451.000,00 euro, di cui 15.426.000,00 a carico del Fondo del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e 2.025.000,00 a carico della Regione Calabria.

Risorse ancora bloccate e nuova graduatoria

Si dirà: è fatta. Basterà sapere quanto arriverà alle Asp calabresi e poi a quella di Vibo Valentia: domande, graduatoria finale, liquidazione dei fondi agli aventi diritto. Discorso chiuso. Per nulla. Perché, a questo punto, qualcosa deve essere andato probabilmente storto, diciamo in corto circuito. C’è un buco temporale che dura mesi, anni. Bisognerà, infatti, attendere – per come riportato in delibera – la nota, inviata all’Asp di Vibo Valentia soltanto il 13 agosto scorso, dal Settore 13 della Regione Calabria-Dipartimento tutela della salute e servizi sociali e socio-sanitari, per sapere che parte del predetto finanziamento totale (quello di 17.451.000,00 euro), pari a 8.725,500,00 euro, è stato destinato alle Aziende sanitarie della Calabria per le disabilità gravissima. Mentre ancora oggi non si conosce quanto sarà destinato ad ogni singola Asp. Scrive, infatti, la Bernardi: «Nelle more della definizione della quota parte che sarà assegnata all’Asp di Vibo Valentia dal competente Dipartimento regionale, verrà redatta la nuova graduatoria dei soggetti idonei a ricevere il contributo del Fondo per le non autosufficienze 2017». La domanda contenente i requisiti necessari per la formazione della suddetta graduatoria sarà esaminata ancora una volta dalla commissione dell’Unità di valutazione multidisciplinare aziendale. Ma oltre al danno, per questi malati che vivono la loro quotidianità in condizioni gravissime, potrebbe esserci anche la beffa: se in infatti si è ancora in attesa della liquidazione dei fondi del 2017, presumibilmente rimarrebbero bloccate anche le somme relative alle annualità successive (2018, 2019, 2020 e 2021). Creando alla fine un autentico circolo vizioso dal quale diventa difficile se non impossibile uscirne.

Insomma, sono passati quattro lunghissimi anni di attese per gli ammalati, di possibilità sospese, di assistenza domiciliare mancata. Di mortificante consapevolezza che l’applicazione di un diritto tarda ad arrivare perché figlia di una burocrazia lenta e imperante, di facili rinvii. Mentre la malattia non aspetta e va avanti, non dà tregua a nessuno. Aggredisce nel corpo e nel profondo dell’anima. Fa respirare a fatica. Ma i malati chiedono di poter vivere. E sperano, vogliono, pretendono di poterlo fare con la dignità che ogni vita merita. Sempre.