Da dicembre, denuncia il Nursing Up, è «impedita la copertura delle turnazioni notturne». Le lettere inviate al commissario Battistini e al direttore sanitario Gallucci sono state ignorate
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Risale al nove gennaio l’ultima lettera che due dirigenti del sindacato degli infermieri Nursing Up, Fabio Bruschi e Andrea Spanarelli, ha inviato ai vertici dell’Asp di Catanzaro: il commissario straordinario Antonio Battistini e il direttore sanitario aziendale Antonio Gallucci. La nuova tappa del viaggio che il network LaC ha iniziato nella sanità calabrese è l’ospedale di Lamezia Terme.
Qui i due sindacalisti sono anche infermieri nel reparto di Urologia e sanno bene di cosa parlano quando chiedono «soluzioni immediate» sulla carenza di personale dirigente medico e oss nella struttura complessa da 20 posti letto all’interno del Giovanni Paolo II di Lamezia Terme.
Quello che il Nursing Up denuncia è che la carenza di medici – attualmente ce ne sono sette ma dal primo febbraio saranno sei – impedisce la copertura della pronta disponibilità di un medico di notte. In sostanza questa carenza «impedisce la copertura delle turnazioni notturne» è scritto nell’ultima nota che il sindacato ha protocollato.
Un problema che ricade sulle spalle degli infermieri che di notte si trovano a lavorare da soli, magari con pazienti operati da poco o anziani e affetti da più patologie.
«Il problema – spiegano Spanarelli e Bruschi – è che manca anche la guardia interdivisionale ossia la possibilità di avere medici provenienti dallo stesso dipartimento che, nel nostro caso, è quello di Chirurgia».
«Da dicembre manca la continuità assistenziale e ad oggi nessuno ha fatto niente – dice Bruschi –. Come Nursing Up abbiamo chiesto un incontro con Battistini: nessuna risposta».
L’Azienda, dicono, «latita». Non sono stati fatti concorsi, avvisi di mobilità interregionale (ovvero un bando per richiedere medici da altre regioni) e tanto meno è stata disposta una guardia interdivisionale. «Eppure questa problematica è nota da un anno», spiegano i due sindacalisti.
Lo scorso 20 dicembre l’allarme è stato lanciato anche dal consigliere comunale, vicepresidente della commissione Sanità, Mimmo Gianturco: «La grave carenza di personale al reparto di Urologia sta mettendo in serio pericolo la continuità assistenziale e, di conseguenza, la salute dei pazienti». Anche quelle parole sono rimaste inascoltate. A dire il vero anche la commissione Sanità che auspicava «una discussione approfondita sul tema anche davanti al consiglio comunale» è rimasta ferma.
Resta però l’emergenza. E l’handicap di non poter garantire ai pazienti la continuità assistenziale di un medico di notte.