Potrebbe essere arrivata al capolinea la gestione del commissario alla Sanità Massimo Scura. A rimuovere l’ingegnere potrebbe pensarci il neo ministro che regge il comparto, Giulia Grillo.

Già dal prossimo Consiglio dei ministri, fanno filtrare i parlamentari calabresi del Movimento Cinque Stelle, forse precorrendo i tempi. Fatto sta che sul tavolo della Grillo è arrivato, praticamente fin dal momento dell’insediamento, un corposo dossier sull’attività del commissario alla Sanità calabrese. Con tutte le inefficienze di una gestione lunga ormai tre anni.

 

Lasciando da parte il duello infinito con il governatore Mario Oliverio, sfociato più di una volta nelle aule di Tribunale, è proprio il resoconto di gestione che non convince i grillini. Dopo tre anni di commissariamento i conti ancora non tornano, i parametri dei Lea (livelli essenziali di assistenza) non sono soddisfacenti e la rete ospedaliera è ferma al punto di partenza. Anzi molti presidi hanno perso fondamentali servizi, come più volte i parlamentari pentastellati avevano avuto modo di rimarcare anche nella precedente legislatura.

 

A far rompere gli indugi ai grillini di Calabria, tuttavia, sarebbero state anche le ultime dispute sulle nomine dei dirigenti delle Asp e il muro contro muro deciso nei confronti dei laboratori privati. Il ridimensionamento dei budget previsto dai famigerati decreti del commissario n. 72 e 87 ha messo in ginocchio le strutture che dal 4 giugno scorso hanno deciso la serrata mettendo a pagamento le analisi per i cittadini. Con i prevedibili ed enormi disagi. E la solita conseguenza: le inefficienze del comparto e la mala gestione delle risorse pubbliche si ripercuote sulle spalle dei cittadini che vedono fortemente limitato, se non negato, il proprio diritto alla salute.

 

Anche questo atteggiamento di totale chiusura che sta mettendo in crisi i laboratori privati da settimane ha convinto i parlamentari pentastellati a presentare la loro richiesta alla Grillo che, per quanto filtra da Roma, potrebbe accontentarli.

Per quella che sarebbe una vera e propria beffa per il governatore Mario Oliverio che ha passato l’intero suo mandato da presidente della giunta a cercare di far rimuovere l’ingegnere fiorentino dal suo incarico. Con l’ultima clamorosa minaccia, risalente ad appena qualche mese fa, di incatenarsi davanti a palazzo Chigi per ottenere la cacciata di Scura dal governo allora retto da Paolo Gentiloni che aveva Beatrice Lorenzin al dicastero della Sanità. Minaccia che, come è dimostrato dagli avvenimenti successivi, non solo non si è realizzata, ma non ha neanche prodotto gli effetti sperati.

 

In ogni caso, anche se dovesse essere rimosso Scura, non si potrebbe passare alla gestione ordinaria perché il deficit è ancora elevato e anche gli altri parametri necessari non sono in linea. Si dovrebbe procedere alla sostituzione di un commissario esterno con un altro e anche alla nomina del suo vice, considerando che la poltrona occupata da Andrea Urbani è vuota fin dal sue dimissioni, formalizzate quasi un anno fa.