VIDEO | Il direttore del laboratorio di microbiologia dell'Università di Padova ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo: «Sulla vaccinazione eterologa non ci sono dati»
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Dopo la sospensione del vaccino AstraZeneca per gli under 60, la circolare del ministero della Salute, con allegato il parere del Cts, cambia la campagna vaccini in Italia. Il nodo delle questioni riguarda adesso le seconde dosi con prodotti a mRNA, quindi Pfizer o Moderna.
L’immunità di gregge
Nel dibattito è intervenuto anche Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di microbiologia dell'Università di Padova. Nell’ambito di Otto e mezzo, la trasmissione di approfondimento condotta da Lilli Gruber e in onda su La 7, il noto micro-biologo ha parlato del problema etico della vaccinazione ai ragazzi: «Il rapporto costi/benefici è a sfavore nei giovani. C’è però un problema di carattere sociale, ovvero senza la loro vaccinazione non si raggiunge l'immunità di gregge».
Dosi inutilizzate e vaccini ai giovani
Crisanti spiega poi: «Diciamo la verità, sono stati vaccinati i giovani perchè c'erano dosi inutilizzate e perchè senza vaccinazione non si raggiunge l'immunità di gregge». Per raggiungere tale obiettivo «sono state disattese tutta una serie di indicazione mettendo in pericolo la salute delle persone, discriminando un vaccino (AstraZeneca) che resta efficace e sicuro in tante circostanze».
La seconda dose
Poi sulla seconda dose con Pfizer o Moderna: «Non ci sono dati sulla vaccinazione eterologa. Io non lo farei. Dal punto di vista teorico e immunologico non ci dovrebbero essere problemi ma apriamo una strada completamente inesplorata e imponiamo una vaccinazione senza nessun dato, di nessun genere. Beato chi si prende una responsabilità del genere». Il professionista aggiunge poi: «consiglierei a chi ha fatto il vaccino con Az di fare il saggio anticorpale e se hanno anticorpi elevati aspettare e rifare la vaccinazione».
I pareri contrastanti tra esperti
In merito alla confusione generatasi dalle contrastanti posizioni tra esperti, Crisanti non le manda a dire: «C'è un problema formale non indifferente, non si può dare una medicina o un vaccino senza che ci sia un trailer che lo giustifichi. Lo garantisce il collega del Cts e allora si può fare? Ma dove viviamo? Ci sono regole e procedimenti – conclude - che vanno rispettati».