In Italia, il 70% dei cittadini colpiti da cancro ha difficoltà finanziarie. E il 65% conseguenze, più o meno gravi, sulla salute mentale. Per il 30% la malattia ha influito negativamente sulla carriera fino ad arrivare, nei casi più drammatici, alla perdita del lavoro. Questi alcuni dati che emergono nel 12/mo Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici, presentato in occasione della Giornata nazionale del malato oncologico, organizzata dalla Federazione italiana delle Associazioni di volontariato in oncologia (Favo).

Il rapporto

«I dati dell'indagine evidenziano come il nostro sistema di welfare risulti inadeguato a rispondere alle esigenze dei malati di cancro», sostiene Elisabetta Iannelli, segretario Favo.

 

«Oggi - prosegue - in Italia, sono 3,6 milioni i cittadini vivi dopo la diagnosi di tumore, con un incremento del 37% rispetto a 10 anni fa. Ma rispetto a 10 anni fa si registra, da un lato, un abbassamento dell'età media del malato e, dall'altro, la crescita dei contratti di lavoro flessibili che caratterizza la situazione lavorativa del Paese. Il combinato disposto di questi due fattori accentua la debolezza, soprattutto per quello che riguarda gli aspetti assistenziali e previdenziali, lasciando scoperti di tutele proprio i più giovani e le donne che vivono al Sud. Inoltre, la vulnerabilità economica si correla a quella psicologica».

Attrezzature vecchie

Nel nuovo Rapporto è evidenziata anche l'obsolescenza delle apparecchiature di radioterapia. «Il 40% di tutti i tumori guariti viene eliminato grazie alla radioterapia, da sola o in combinazione con altri tipi di trattamento - sottolinea Vittorio Donato, presidente di Associazione italiana di Radioterapia ed Oncologica Clinica (Airo) - l'Italia dispone di 183 centri di Radioterapia, ma con una concentrazione più bassa al Sud. Inoltre, il 45% dei 430 degli acceleratori lineari per radioterapia, peraltro - conclude - ha un'età superiore ai 10 anni».