Una protesta vibrante per sollecitare i dirigenti e sensibilizzare l’opinione pubblica. I pazienti del reparto Dialisi dell’ospedale di Tropea hanno scelto la via più eclatante per far sentire la propria voce: la posticipazione di un’ora del trattamento dialitico. Una decisione che potrebbe avere conseguenze significative sui degenti stessi, disposti a sacrificarsi pur di ottenere quell’ampliamento di organico richiesto più volte ai vertici dell’Azienda sanitaria vibonese: «I pazienti – ci spiega Rossella Jannello, delegata Aned – stanno rischiando grosso perché ritardare il trattamento significa intossicare ulteriormente il sangue e questo può avere conseguenze importanti. Ma lo fanno perché si sentono abbandonati dai dirigenti».

Le voci della protesta

Sostenuti da familiari e istituzioni si sono ritrovati fuori dal reparto per far sentire la propria voce: «Non sappiamo come fare – ci dice una donna -, il personale è poco, spesso capita che un infermiere non sa come dividersi». «L’altro giorno sono stata male – le fa eco un’altra paziente – e il medico non c’era perché era stato chiamato in pronto soccorso. Siamo nelle mani di Dio».

 

Le richieste dei dializzati

Le richieste sono quelle inoltrate da tempo: la nomina di un responsabile medico che possa seguire il percorso dialitico; un secondo medico in pianta stabile, visto il grande numero di utenti (35); un aumento del numero di infermieri e di operatori socio sanitari, dal momento che questi ultimi coprono un solo turno. Disagi anche nella programmazione dei turni di dialisi «che non sono fissi – spiega il coordinamento emodializzati -, ma subiscono continue rimodulazioni, costringendo i pazienti a una continua e penosa “reperibilità” ed impedendo loro un’apprezzabile programmazione delle proprie esigenze di vita. Criticità si registrano, inoltre, relativamente al servizio ambulatoriale che, allo stato dei fatti, viene rivolto a pazienti esterni per sole due volte a settimana, ed al problema del trattamento di integrazione del ferro post dialisi che vede i pazienti costretti a spostarsi a Vibo Valentia, poiché non è possibile accedere a questo servizio presso il locale Presidio Ospedaliero».

Le rassicurazioni dell'Asp

L’Asp, dal canto suo, attraverso il direttore sanitario, Michelangelo Miceli, ha fatto sapere che le carenze nell’erogazione del servizio riguardano un 10% del totale e che è già stata eseguita la nomina di un responsabile del reparto. A breve, inoltre, sarà inviato un terzo medico a supporto, mentre a dicembre si svolgerà un concorso per oss. Inoltre un’unità infermieristica è stata avviata alla formazione per nefrologia e in tempi stretti dovrebbe raggiungere il nosocomio tropeano.

Il sostegno alla protesta 

A sostegno della battaglia, oltre all’Aned, anche l’amministrazione comunale, nella figura del sindaco, Giovanni Macrì, e della responsabile dei Servizi sociali, Annunziata Pensabene. Presente anche il comitato Pro ospedale e il locale meetup Cinquestelle.
Dopo un’ora di protesta con toni anche molto accesi, i pazienti sono costretti a raggiungere le postazioni di cura, in attesa di fatti concreti. La malattia, infatti, non si interessa di numeri e bilanci, ma prosegue il proprio inarrestabile cammino.