«Ci aspettavamo maggiore adesione dai cittadini. Prorogheremo l'indagine sino a fine giugno». Così Rosario Valastro, vicepresidente nazionale della Croce rossa, a 'Radio1 giorno per giorno' a proposito dell'indagine nazionale epidemiologica con test sierologici per mappare la circolazione del SarsCov2 sul territorio, predisposta dall'Istat e partita due settimane fa.

«Onestamente ci aspettavamo più adesioni, più che altro perché c'era stata una grande mobilitazione popolare con la voglia di sottoporsi a tamponi e analisi per sentirsi sicuri», ha sottolineato Valastro. Tra le spiegazioni della bassa disponibilità dei cittadini a sottoporsi ai test sierologici, Valastro chiarisce: «Abbiamo pagato lo scotto di un acuirsi delle fake news sui social, una presenza eccessiva di varietà di test, alcuni dei quali sono stati poi ritirati dal commercio, mentre questi attuali sono i più sicuri, e poi anche a causa di una non completa informazione, dal momento che la campagna di comunicazione sull'indagine epidemiologica è stata avviata parallelamente all'avvio delle telefonate. Tant'è che poi l'adesione è andata un po' crescendo».

«L'appello che lanciamo a coloro che hanno ricevuto un sms di preallerta è che quando arriveranno le telefonate sappiano che non si tratta di pubblicità o altro, si tratta di un prelievo fatto in una struttura accreditata ed entro 15 giorni - conclude - avrete i risultati della presenza o meno degli anticorpi».

 

«Ricordiamo a tutti - ha quindi spiegato Valastro - che nel momento in cui si ricevono i risultati del test sierologico, l'eventuale presenza di anticorpi viene segnalata all'azienda sanitaria che impone la quarantena alla persona che ha gli anticorpi nel suo organismo finché non si farà il tampone che rivelerà se è positivo o si è negativizzato. E noi del resto - ha concluso - non possiamo dare alcuna scadenza perché dipende dai sistemi sanitari regionali, quindi non sappiamo i tempi entro cui i cittadini vengono poi sottoposti al tampone».

 

La Croce rossa, inoltre, fa sapere che su oltre 150mila chiamate effettuate, solo il 24% delle persone contattate ha risposto subito positivamente e la metà di essi ha già effettuato il prelievo. Il 63% di persone sono da ricontattare poiché per vari motivi non hanno ancora risposto. Il 13% ha espresso un rifiuto temporaneo che si cercherà di trasformare in risposte positive.