Il commissario ad acta scrive una lettera al presidente della Regione sulla vertenza delle strutture ambulatoriali private rappresentate da Anisap e Federlab che da alcuni giorni stanno attuando una protesta contro alcuni decreti ritenuti penalizzanti
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«Coloro che addebitano a terzi le proprie azioni - la serrata, in questo caso - non danno certo dimostrazione di maturità e di rispetto dei cittadini che vengono utilizzati come indebito strumento di pressione senza curarsi della loro salute». E' quanto afferma il commissario "ad acta" della sanità calabrese, Massimo Scura, in una lettera aperta indirizzata al presidente della Regione, Mario Oliverio, sulla vertenza delle strutture ambulatoriali private rappresentate da Anisap e Federlab, che da alcuni giorni stanno attuando una "serrata" per protestare contro alcuni decreti commissariali ritenuti "penalizzanti".
«Ancora una volta - scrive Scura nella lettera al governatore - devo constatare che le informazioni che le giungono sono a dir poco lacunose. Non sono stati affatto ridotti gli acquisti di prestazioni private, bensì sono state spostate risorse dalle prestazioni di bassa complessità a prestazioni salvavita e in mobilita extraregionale che crea spesa e disagi per i cittadini. Infatti, i cittadini non esenti, quando vanno a farsi un'analisi del sangue o una Tac o una prestazione ambulatoriale, spendono nel pubblico o presso le strutture convenzionate, fino ad un massimo di 56 euro comprensivi di 11 euro di quota fissa (la ricetta). L'eccedenza a questa cifra viene pagata dal Servizio sanitario regionale, ovunque ricevano la prestazione. La quasi totalità delle prestazioni di laboratorio erogate ai non esenti, viene effettuata dai privati convenzionati con lo sconto degli 11euro di quota fissa, eludendo le norme nazionali e regionali, come se tutti i cittadini fossero esenti. La ricetta viene conseguentemente cestinata. Questo fenomeno - prosegue il commissario "ad acta" - crea due gravi conseguenze: Il numero delle prestazioni basate sulle ricette risultano cosi molto inferiori alla realtà; Il finanziamento dei privati non viene toccato e la regione non incassa la quota fissa».
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