La crescita esponenziale dei contagi ormai in tutte le aree della Calabria mette in allarme la politica che da più giorni chiede ai livelli provinciali dell'Asp di Cosenza ed ai responsabili del distretto sanitario Esaro Pollino di attivare prima possibile le Usca (unità speciali di continuità assistenziale). Il Governo dal 10 marzo le aveva promosse per organizzare la sanità territoriale e da fine marzo anche la Regione Calabria aveva autorizzato ad istituirle, fornendo precisi indirizzi per la loro operatività. Nell'Asp di Cosenza il 29 aprile un deliberato a firma dell'allora commissario straordinario Zuccatelli individuava i bacini di competenza territoriale e promuoveva la nascita delle 11 sedi disclocate in provincia di Cosenza, una delle quali anche a Castrovillari.

Usca ferme al palo

Da allora, però, fino ad oggi nulla è stato fatto per trovare locali idonei ad accogliere il team (un medico ed un infermiere) che potessero agevolare il lavoro di monitoraggio ed assistenza a supporto dei medici di base per la città del Pollino ed il territorio di riferimento. «Una situazione che ha del grottesco - sbotta Gianluca Grisolia, dirigente provinciale di Forza Italia ed uno dei primi a sollevare l'urgenza di attivare la rete territoriale per il Covid 19 - a mesi di distanza non si è ottomperato ad un preciso deliberato, è passato tanto tempo senza aver toccato nulla. Ad oggi non c'è un medico che lavori come team Usca». Il consigliere comunale di Mormanno, insieme ai colleghi di centro destra della città di Castrovillari e la Senatrice Fulvia Caligiuri, ha deciso di non fermarsi fin quando non si sarà ottemperato quanto previsto dalla Regione.

«Devono capire tutti che si paventa il reato di attentato alla salute pubblica» sottolinea ricordando di essere pronti, come partito, a denunciare la mancata attivazione urgente di questo servizio nei prossimi giorni alle sedi competenti della magistratura. «Ci sono vari livelli di responsabilità» ma ora il tempo scarseggia e si deve correre ai ripari per recuperare il tempo perduto prima che il numero dei contagi investa, in questa seconda ondata, anche il territorio del Pollino fino ad ora risparmiato da un elevato numero di positivi. «Diventa fondamentale organizzare il territorio o nei mesi invernali sarà il caos» - aggiunge - senza contare che la «dotazione organica» prevista ad aprile ora potrebbe anche non essere più sufficiente ma andrebbe «almeno rappoddiata».

Potenziare il sistema sanitario 


La necessità di attivare le Usca è stata presa a cuore anche dalla senatrice castrovillarese di Forza Italia, Fulvia Caligiuri, che stamane ha sollecitato la questione come «urgente» al commissario straordinario dell'Asp di Cosenza, Cinzia Bettelini. «Una delle possibilità e necessità che abbiamo è tenere sotto controllo un sistema per questo le Usca devono fare quello per le quali sono state ideate» ha aggiunto.

 

L'assistenza domiciliare - proprio attraverso le Unità speciali di continuità assistenziale - diventa fondamentale per non congestionare i pronto soccorso ed i reparti e non far uscire di casa i potenziali malati. Ma tra le proposte inoltrate all'attenzione del direttore generale della sanità calabrese, Antonio Belcastro, c'è quella di poter effettuare - per i sospetti positivi - intanto i test rapidi (per alleggerire la pressione sui laboratori che processano i tamponi) e poi, in caso di positività, attivare la procedura per il tampone molecolare. Dalla prossima settimana questo dovrebbe essere possibile, anche in Calabria come già avviene in altre regioni, e soprattutto si potrebbe chiedere ai 400 infermieri che avevano fatto pervenire domanda di disponibilità per essere operativi nelle scuole (come da proposta della compianta Jole Santelli) di essere utilizzati nei team territoriali delle Usca per accellerare la funzionalità operativa che oggi più che mai serve per scongiurare il collasso di un sistema già provato dalla crescita dei contagi di queste ultime settimane. «Serve - ha aggiunto Caligiuri - fortificare la sanità» anche sollecitando graduatori e concorsi per medici ed infermieri che servono nelle aziende ospedaliere dove si combatte la battaglia contro il Covid.