Sanità, la Cgil al neo commissario Cotticelli: «Ridare dignità ai lavoratori»

Secondo il sindacato è necessario per gli operatori «riguadagnare il diritto ad un lavoro dignitoso»

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di Redazione
9 gennaio 2019
18:34

«Le prime dichiarazioni rese dal nuovo commissario al Piano di rientro della Sanità calabrese, Saverio Cotticelli, sono certamente confortanti perché esplicitano quale priorità necessaria al risanamento del SSR due aspetti fondamentali: il primo , imprimere al sistema e pretendere da chi lo gestisce, a qualsiasi livello, i profili di legalità e trasparenza che troppo spesso sono stati sfumati o peggio oscurati, rendendo opache e di difficile interpretazione le ragioni dell’inefficienza che, in uno con i problemi diffusi e condivisi nel SSN, hanno caratterizzato nel particolare la Sanità calabrese; il secondo, quello a cui tante, troppe responsabilità è possibile ascrivere, data la sua totale assenza, ovvero la necessità di lavorare in sinergia e quindi condividere con gli organi deputati dell’istituzione regionale un programma, una riorganizzazione e le scelte di come rimodulare l’assistenza sanitaria secondo i bisogni dei cittadini, che è ineludibile e che è stata una delle fratture che ha fortemente inciso sull’arretramento dei servizi, sulle inefficienze e sulle molte criticità datate che restano tutt’ora aperte». Questa l’analisi del segretario generale Fpcgil Calabria, Alessandra Baldari.

 


Apprezzato l’obiettivo dichiarato, ridare dignità ai cittadini calabresi attraverso la garanzia del diritto alla cura e alla salute, «questa la priorità e vorremmo dire al commissario che, insieme a questo diritto, ce n’è un altro che riguarda i lavoratori, quelli della Sanità, di cui dovrà occuparsi. Anche per loro è necessario riguadagnare il diritto ad un lavoro dignitoso, retribuito in tutte le sue componenti stabili ed accessorie con puntualità ( vi sono aziende in cui il pagamento del salario accessorio è fermo da anni), quello che consente di rispettare per esempio la normativa sul giusto orario, ovvero il riposo delle 11 ore tra un turno e l’altro, troppo spesso disatteso per mancanza di sufficiente personale nelle strutture sanitarie, specie ospedaliere, hub e spoke, che genera  situazioni gravose e stressanti per lavoratori con una età elevata, i quali, tra l’altro, sono oggetto di aggressioni da parte di pazienti e familiari esasperati da lunghe attese e disservizi non ascrivibili al personale, ma certamente alle carenze del sistema tutto,  verso il quale è maturata tra i cittadini una diffusa sfiducia».

 

Evidenziato il disagio lavorativo «che oltre alla fondamentale carenza di risorse umane, ha profilato la mappa dei disservizi dovuti a carenze strutturali, obsolescenza delle strumentazioni, mancata attivazione di posti letto, scarsissima assistenza territoriale per mancanza di strutture e pianificazione che hanno generato a cascata la convergenza della domanda di salute verso le strutture ospedaliere già gravate di accessi, oltre la loro capacità programmata».

 

«Siamo consapevoli – aggiunge il segretario generale - che l’esito di questa spirale sia stato il sempre maggiore orientamento della popolazione, quella che può, a curarsi fuori dalla Calabria e che questo alimenti la situazione debitoria della Regione. Così come siamo altrettanto consapevoli, che tra le  priorità ci sia quella di risanare i conti che sono lo specchio di una gestione amministrativa inidonea o ambigua, che in alcune Aziende è sotto la lente della magistratura e delle Commissioni di accesso; questa è  la sfida più grande che dovrà vincere per avere la possibilità di risolvere tutte le altre criticità, ripristinare la legalità, sventando il pericolo di un possibile ennesimo blocco delle assunzioni che tanto ha inciso  sull’efficienza dei servizi e di un aggravio delle tasse per i cittadini calabresi». 

 

«In ultimo – conclude la nota - tra le sue affermazioni quella di dover privilegiare il sistema sanitario pubblico in cui noi crediamo fermamente perché è quello che ha il dovere di garantire il diritto costituzionale alla salute in modo universalistico, siamo convinti, come lei stesso, che un buon sistema sanitario debba essere fondato su un sistema pubblico, integrato da un sistema privato che rispetti le regole di accreditamento e nel rapporto con i lavoratori quelle dei Contratti nazionali. In attesa di incontrarla al più presto le auguriamo buon lavoro».   

 

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