Sanità, il caso dei fondi Cnr: l’Asp li ripartisce equamente ma a qualcuno non va giù

La materia riguarda la ridistribuzione di risorse ai privati relativamente a servizi sanitari che nel pubblico non sono riusciti ad erogare. La somma (500mila euro) almeno per una volta viene divisa correttamente grazie alla lungimiranza dei vertici aziendali di Cosenza. La Federlab Calabria invece pretende la revoca del provvedimento

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di Pa. Mo.
18 novembre 2019
14:42

Spesso la Pubblica Amministrazione calabrese fa scelte sbagliate e irragionevoli soprattutto nel settore sanitario. Nei giorni scorsi vi abbiamo dato conto di quanto stava succedendo all’azienda ospedaliera di Cosenza. Una brutta storia di concorsi. Oggi, invece, vogliamo testimoniarvi un esempio di scelta corretta,  attuate dalla  direzione generale dell’Asp di Cosenza, scelte che, una volta ogni tanto, anche in questa Regione, vengono fatte in base a criteri oggettivi piuttosto che a criteri soggettivi. La materia riguarda la ridistribuzione di risorse ai privati, relativamente a servizi sanitari che nel pubblico non sono riusciti ad erogare.

 


I servizi sanitari in questione sono quelli di “Diagnostica per immagine” e “Genetica medica”. Cifra originariamente assegnata al Cnr, il quale però sottoscrive in ritardo il contratto di accettazione del budget. Ad aprile, dunque, la struttura commissariale revoca la cifra assegnata fornendo «indicazioni di ridistribuire il tetto di spesa già assegnato alla medesima, alle strutture accreditate già firmatarie di contratto ed eroganti la stessa tipologia di prestazioni e specificatamente: diagnostica per immagine e genetica medica». Il budget oggetto della redistribuzione ammonta a 500 mila euro. La direzione generale dell’Asp cosentina quindi procede all’individuazione delle strutture che possiedono le caratteristiche necessarie a erogare le prestazioni oggetto della redistribuzione, e cioè quelle relative per diagnostica per immagine e genetica medica. Sono 4 quelle che siedono al tavolo convocato dall’Asp di Cosenza e viene ripartito quanto doveva fornire il Cnr.  Biocontrol Imaging (diagnostica per immagine, 150mila euro). Anmi Centro Diagnostico (diagnostica per immagine, 150mila euro). Ev Laboratori (genetica medica, 75mila euro). Biogenet (genetica medica, 125mila euro). La somma viene dunque ripartita equamente. Il 24 ottobre viene sottoscritto il contratto.

 

I destinatari della ripartizione rispondevano ad un criterio oggettivo: fornire le stesse prestazioni per cui era stato originariamente assegnato il budget al Cnr. Punto. E, tuttavia, a qualcuno i criteri oggettivi non stanno assolutamente bene. In Calabria funziona così. I criteri oggettivi non son benvisti soprattutto tra coloro che invece, negli anni passati hanno preferito il metodo di chi era più “ammanicato” al sistema. Nella logica della redistribuzione dei budget in Sanità ha sempre prevalso il criterio di “chi ha più filo tesse”. Una massima che tradotta dal politichese significa chi è più forte si pappa la fetta di torta maggiore. Va dato dunque atto questa volta alla dirigente reggente dr.ssa Erminia Pellegrini al dott. Fratto e al dott. Belcastro di aver agito nel solco dei principi oggettivi a differenza del passato.

 

Suona dunque alquanto stonata la nota inviata dalla dottoressa Pellegrini, da parte “Federlab Calabria” di rivedere la decisione. Una richiesta abbastanza contraddittoria, nella quale al criterio oggettivo di assegnare i fondi in base alla specifica destinazione ovvero “Diagnostica per immagine” e “Genetica medica”, si preferirebbe di assegnare le risorse a chi eroga prestazioni utili ai Lea e non per forza le stesse prestazioni per cui era stato assegnato il budget al Cnr. Una strana idea, dunque, quella della Federlab Calabria, una richiesta, sostanzialmente che punti a  perpetuare il concetto del “chi ha più filo tessa”. C’è da augurarsi dunque, che il management sanitario mantenga le posizioni e affermi il criterio dell’oggettività a quello perverso della soggettività.

 

Pa.Mo.

Giornalista
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