Promosso da Psicoanalisi Gruppo Sud, gruppo di lavoro della Società psicoanalitica italiana, coordinato da Annamaria Catanzaro, si è svolto a Cosenza, a Palazzo Arnone, il convegno nazionale Oltre le solitudini attuali nella cura della salute mentale, dialoghi tra psicoanalisi e psichiatria, organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale dell'Azienda sanitaria provinciale con il patrocinio dell'Ordine degli psicologi della Calabria e della sezione regionale della Società italiana di psichiatria.

Strutture depauperate

Inaugurato, tra gli altri, dall'intervento del vicepresidente della Società psicoanalitica italiana Nicolino Rossi, l'appuntamento ha consentito di far emergere le gravi criticità della rete di pubblica assistenza psichiatrica e psicologica «da tempo depauperata di personale medico, ma anche di assistenti sociali, educatori, infermieri, tecnici della riabilitazione» ha sottolineato Pasquale De Fazio, direttore all'Università di Catanzaro, dell'Unità Operativa Complessa di Psichiatria e della scuola di specializzazione, oltre che referente regionale della Società italiana di psichiatria.

Un problema di salute pubblica

«Tutte queste figure - ha aggiunto De Fazio - nel tempo si sono ridotte con ricadute negative sui pazienti e sulle loro famiglie. Per cui è urgente che le agenzie politiche e di governo del territorio prendano atto del fatto che i problemi della salute mentale sono a tutti gli effetti problemi di salute pubblica come tutti gli altri e che quindi i nostri cittadini meritano cure di serie A come tutti gli altri pazienti». La fase della pandemia e poi anche la crisi economica hanno sgretolato le certezze personali e contribuito ad amplificare i disturbi di ansia e della sfera depressiva, alimentando un più massiccio ricorso al supporto degli esperti della salute mentale.

La salute mentale non è più un tabù

«Rivolgersi ad uno specialista di questo ambito non è più un tabù come in passato - ha affermato Nicolino Rossi - Il Covid ha incrementato le aree del disagio. Questo ha portato ad una maggiore consapevolezza della necessità di chiedere aiuto e quindi ad una maggiore richiesta di assistenza. Lo stiamo sperimentando in tutto il Paese ed anche qui al Sud. Purtroppo questa maggiore richiesta ha messo in luce la insufficienza delle strutture presenti sul territorio e temo che pure in futuro, almeno nell'immediatezza, la situazione non migliorerà in maniera sostanziale».