Reggio, in 36 rischiano il licenziamento nell'istituto clinico De Blasi

VIDEO | Il licenziamento è dovuto ai "tagli" previsti dalla Regione per le strutture accreditate. Lamberti punta il dito contro Scura e Cotticelli e lancia una provocazione: «venga di persona a valutare le nostre eccellenze, sono anche disposto a darglielo in gestione»

di Angela  Panzera
2 maggio 2019
14:58

«Non vogliamo licenziare, vogliamo continuare a lavorare e rappresentare un punto di eccellenza per l’intera comunità». Sono parole di rabbia e di amarezza quelle pronunciate, alla nostra testata, da Eduardo Lamberti Castronuovo, direttore dell’istituto clinico De Blasi di Reggio Calabria, che è stato costretto ad inviare a 36 dipendenti la lettera di licenziamento a causa dei "tagli" effettuatati dalla Regione ed in particolare dal decreto varato dall’allora commissario straordinario Massimo Scura. Un budget più che dimezzato per la struttura convenzionata che potrebbe portare alla sua chiusura totale e, in questo caso,  sarebbero oltre 100 i posti di lavoro persi, con il conseguente disservizio per i tanti cittadini che in questo istituto da oltre 40 anni trova un punto di riferimento per la buona sanità. Da mesi il direttore Lamberti invoca l’aiuto delle Istituzioni ma ad oggi nulla è cambiato.ù

 


 

«Abbiamo scritto più volte - ha affermato Lamberti- al neocommissario Saverio Cotticelli e non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Non ha avuto neanche l’educazione di rispondere. Abbiamo persino inviato al suo ufficio le centinaia di firme raccolte nell’ambito di una petizione popolare, ma mai nessuno ci ha degnato di un segnale. Adesso ci troviamo costretti a vivere questa situazione e se non interverranno Reggio, e tutta la Calabria, perderanno un ottimo presidio sanitario». Ogni giorno il De Blasi infatti, effettua ben 500 prestazioni e se dovesse chiudere, le stesse si riverserebbero sulle strutture pubbliche, paralizzando totalmente il sistema. «Non tutta la sanità calabrese è da incubo-sottolinea Lamberti-  ci sono dei centri efficienti e al posto di essere sostenuti e valorizzati arrivano i commissari e con una penna cancellano 40 anni di storia». Nei giorni scorsi si è svolta una prima riunione della commissione tripartita dove, però è stato solo preso atto della richiesta di «incontro urgentissimo» chiesto dai sindacati al commissario Cotticelli e del «mancato accordo» tra sindacati e proprietà sui prossimi licenziamenti. Nessuna proposta è stata lanciata dai sindacati - chiosa Lamberti - è facile sbandierare i diritti, ma se non si hanno proposte cosa si deve fare? Io devo chiudere il bilancio in pareggio e ad oggi non ci sono le condizioni. Non vorrei mai licenziare, ma se ci hanno tagliato i fondi non è possibile sostenere questa forza lavoro».

 

Il 20 maggio ci sarà una nuova una riunione con la commissione tripartita per scongiurare i licenziamenti, ma lo stesso Lamberti non crede che- stando così le cose- si potrà arrivare ad una soluzione. «Non è mancata volontà, sono i conti a parlare. Io continuo ad invitare il commissario Cotticelli in questa struttura per toccare con mano quello che noi facciamo e il livello di eccellenza che siamo riusciti ad ottenere. E poi valuti lui cosa fare. Ma se non viene a visionare la nostra realtà che risposte potrà dare ai sindacati? Nessuna». Ed è proprio Lamberti a lanciare una provocazione affinché vengano tutelati i lavoratori, ma soprattutto il diritto alla salute per i cittadini. «Sono disposto a dare questa struttura in gestione al generale Cotticelli; io mi posso fare anche da parte. Possono darmi un euro di stipendio al mese, va benissimo, l’importante è che riescano a salvare l’istituto e che non tolgano alla comunità l’efficienza e le prestazioni che ogni giorno, domenica compresa, rivolgiamo al pubblico. Noi lavoriamo per i cittadini, siamo qui per loro»

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