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Ci sono anche alcolisti minorenni e tanti giocatori d’azzardo patologici nella nuova e variegata utenza dell’ex Sert servizio per le tossicodipendenze, diventato ora Serd, servizio per le dipendenze patologiche. Ne abbiamo parlato con Giovanni Falvo, direttore del Serd del Giovanni Paolo II di Lamezia Terme.
Gli eroinomani costretti a ricorrere alla famosa boccetta di metadone sono solo una parte di un emisfero molto più vasto ma poco conosciuto. E proprio l’ignoranza di alcune patologie e meccanismi può influire facilitando la caduta nelle dipendenze o non facendo vedere fattori di allerta.
Come nel caso dei minorenni vittime già dell’alcol. Diversi quelli in cura al Serd. Una media non da allarme, del tutto in linea con il trend nazionale, ma che non deve essere presa sottogamba. Perché spesso, aggiunge Mirella Samele, dirigente medico esperta in Alcologia, sono i genitori i primi a sottovalutare quanto sta accadendo.
E così si finisce poi per ritrovarsi figli in coma etilico, magari durante i diciottesimi dei cugini. Diversi i casi arrivati nel Pronto Soccorso del nosocomio lametino.
La bevanda che fa da ponte, quella che segna poi quella linea d’ombra che si tende a superare con troppa spavalderia ritrovandosi nei guai, è la birra. Birre spesso corrette. Di solito è così che inizia quella dipendenza che trova un appoggio anche nei gestori dei bar e dei locali che difficilmente allontanano i minorenni dal bancone.
Ieri a Lamezia lo staff del Serd ha organizzato un incontro sugli effetti delle droghe nel cervello. Un modo per dare informazioni in più su ciò che accade nel nostro corpo, su quanto in realtà non possiamo controllare, pur essendo certi di poterlo fare. Ad assistervi diversi utenti che aderiscono ai gruppi di auto aiuto che due volte a settimana si tengono nella struttura.