«Ridateci l’ospedale». Questo lo slogan principale del sit-in di protesta organizzato stamani dinanzi al presidio ospedaliero “Guido Compagna” dell’area urbana di Corigliano. Una manifestazione pacifica, evidenziano i promotori, tesa a rivendicare il diritto ad una sanità efficiente e sicura, uguale per tutti i cittadini. Nodo cruciale l’istituzione del Polo Covid, ritenuto essenziale in un territorio con un così vasto bacino d’utenza, ma che si chiede venga separato dal resto dei reparti sanitari per evitare il rischio di contagi. Si auspica, inoltre, che si ponga fine al più presto allo stillicidio in atto che da tempo ormai sta determinando la “spoliazione” del presidio coriglianese. Il “Compagna”, che ha avuto trascorsi storici qualificati, oggi merita ripristino e dignità.

Le principali rivendicazioni dei manifestanti

In un momento difficile per la sanità calabrese, aggravato anche dall’emergenza pandemica in corso, si rivendica da più parti la riapertura di ospedali chiusi, che potrebbero essere d’ausilio nella cura e nell’assistenza ai pazienti Covid positivi. Il riferimento, sul territorio della Sibaritide, è ai presidi di Cariati e Trebisacce. Ma, allo stato attuale, tuonano i manifestanti «si pensa solo a spogliare ancora di più il “Compagna”, che invece potrebbe ospitare, avendo spazi e attrezzature, il resto dei reparti sanitari separati dal Polo Covid». Si chiede di porre fine allo smantellamento e che vengano ripristinati i servizi essenziali: «Conosciamo benissimo il caos esistente in Calabria, anche in merito alla nomina del Commissario ad acta, ma noi calabresi e noi cittadini di Corigliano Rossano non abbiamo colpe per gli errori fatti da altri nel passato, e non è giusto che siamo noi a pagare ancora». Le lotte interne tra partiti, le dispute politiche non possono ricadere sugli utenti, che hanno il diritto di usufruire di una sanità pronta ed efficiente senza continuare ad essere considerati «cittadini di serie Z».

A rischio Psichiatria, Pronto soccorso e Chirurgia  

Il momento sembra essere topico: «Finalmente i cittadini iniziano a reagire e a scendere in piazza – evidenzia una manifestante – o adesso o mai più. Siamo ancora pochi ma abbiamo il diritto e il dovere di far sentire la nostra voce se vogliamo davvero che qualcosa possa cambiare». Nello specifico, per quel che riguarda il “Compagna”, come ribadiscono i manifestanti, sarebbero a rischio i reparti di Psichiatria (dove manca personale e la commissione non si sarebbe ancora riunita per esaminare le domande pervenute a seguito del concorso bandito), Chirurgia e finanche il Pronto Soccorso.

Serve una programmazione seria, in grado di trovare una soluzione alle conseguenze dei tanti errori commessi e in grado di garantire risposte dignitose in termini di offerta sanitaria. Il problema non è neanche l’esistenza di strutture private, a patto che queste non siano favorite a discapito di quelle pubbliche, ribadiscono ancora i manifestanti lamentando, in appuntamenti come quello odierno, la “latitanza” delle Istituzioni. A presidiare il sit-in pacifico gli uomini del commissariato di pubblica sicurezza. Assenti i rappresentanti istituzionali una parte dei quali era stato invitato.

In basso il video della diretta social