VIDEO | Nel corso della consueta rubrica tg salute in onda ogni martedì grazie alla sinergia con il Dipartimento Scienze mediche e chirurgiche dell'Università di Catanzaro, il direttore della cattedra di ortopedia si sofferma sulla sostituzione protesica della spalla
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Il professore Giorgio Gasparini è direttore della cattedra di ortopedia e traumatologia del Policlinico universitario di Catanzaro e primario dell'unità operativa di ortopedia e traumatologia sempre dell'Azienda Dulbecco, Dipartimento di scienze mediche e chirurgiche, diretto da Arturo Pujia. Nel corso della rubrica Tg Salute, in onda ogni martedì in coda al tg di LaC News24, lo specialista ha chiarito come mai il grande pubblico conosce l’artroprotesi di anca e ginocchio ma sa poco di quella della spalla. «Sicuramente perché questa articolazione, essendo più complessa dell’anca e del ginocchio, è stata studiata un po’ più a lungo prima di arrivare a questo tipo di risoluzione e quindi sono più recenti le casistiche e l’attuazione di questo tipo di interventi».
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Artroprotesi di spalla e fratture
Si tratta quindi di un dispositivo ancora in fase sperimentale? «Ormai negli ultimi anni abbiamo trattato numerosi pazienti, noi stessi abbiamo contribuito a pubblicare dei lavori scientifici sull’argomento». Qual è il ruolo dell’artroprotesi di spalla nelle fratture? «Sappiamo già che alcuni tipi di fratture della parte più vicina alla spalla, dell’omero, non hanno possibilità di una buona guarigione. In questi casi preferiamo immediatamente intervenire sostituendo, come facciamo per l'anca, la parte lesionata con un'artroprotesi».
L'artroprotesi di spalla può essere utilizzata anche per trattare altre patologie? «Certamente. A parte l’artrosi che è meno frequente in questa articolazione o le fratture che abbiamo detto prima, ci sono ad esempio gli esiti delle fratture che sono state trattate con l’immobilizzazione, con chiodi, con placche e che però o non guariscono del tutto o guariscono male e quindi si parla di riduzione movimento o dolore. Allora, la soluzione che proponiamo a questi pazienti è l'artroprotesi di spalla. Ci sono poi le lesioni dei tendini della cuffia dei rotatori che quando non sono più riparabili portano ad una degenerazione completa dell’articolazione e quindi di nuovo la soluzione può essere solo quella di sostituire l'articolazione malata».
L'intervento
Si tratta di un intervento impegnativo per il paziente? «Molto meno rispetto all’artroprotesi d'anca o di ginocchio. Il paziente si ricovera la mattina dell’intervento, viene dimesso uno o due giorni dopo con un tutore che sorregge la spalla per circa tre settimane. Farà poi qualche settimana di fisioterapia e, raggiunto un discreto livello di autonomia, può continuare da solo a fare un po’ di esercizi fino al completo recupero».