Il rendiconto 2019 è approdato in Regione. Ma la fase preliminare ha fatto emergere crateri finanziari che rischiano di travolgere l'Azienda. Colpa di una gestione disastrosa e dei crediti inesigibili della Fondazione Campanella
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La deadline era stata fissata al 30 di giugno e il rendiconto per l'esercizio 2019 è giunto al terzo piano della Cittadella secondo cronoprogramma. Non però senza una preliminare quanto faticosa operazione di riordino e revisione dei conti che ha lasciato sul campo morti e feriti.
Un lavoro di lima andato avanti per mesi e volto innanzitutto a tamponare i clamorosi crateri emersi tra le pieghe del bilancio dell'Azienda universitaria Mater Domini di Catanzaro. Un'emorragia stagnata per anni ma esplosa in maniera virulenta oggi nella fase preliminare dell'approvazione del documento contabile che ha richiesto più di un incontro e più di una riflessione per riuscire ad avere ragione sul buco scovato nel bilancio dalla nuova gestione commissariale.
Disavanzo monstre
Sono 154 i milioni di euro di disavanzo accumulati dal policlinico di Catanzaro, una cifra monstre che se non trascina l'azienda sanitaria sull'orlo del default causerà certamente un aumento delle aliquote fiscali di Irap e addizionale Irpef che già nel 2019 risultavano rispettivamente pari a 0,15 e 0,30 punti.
Automatismi fiscali che scattano al lievitare del disavanzo accumulato dalla sanità calabrese, già da anni in piano di rientro ma quest'anno gravato dai conti in rosso del policlinico. E forse non è un caso che i bilanci dell'azienda universitaria nelle annualità precedenti siano perfino sfuggiti alle maglie del controllo del tavolo interministeriale: nel 2017 il bilancio del policlinico aveva ricevuto parere sfavorevole dal collegio dei revisori dei conti e nel 2018 gli adempimenti propedeutici all'approvazione del documento contabile risultano non pervenuti.
La polvere sotto il tappeto
Emerge oggi, invece, in tutta la sua disastrosa portata la cattiva gestione dell'ente sanitario gravato da una voragine di 154 milioni di euro. Disavanzo che ha diverse origini e differenti responsabilità, forse la più eclatante è l'opaca commistione con Fondazione Campanella, ex polo oncologico messo in liquidazione il 6 ottobre del 2014.
Nel bilancio del Policlinico si è continuato per anni ad inserire poste creditorie vantate nei confronti della fondazione per la fornitura di beni, servizi e altre utilità del valore di 62 milioni di euro, oggi stralciate perchè non più esigibili. Ma nel documento contabile sono finiti anche altri 60 milioni riconducibili a interessi di rivalutazione economica finanziaria e spese legali per il ritardato pagamento di fatture ai fornitori che notoriamente il Policlinico evade anche a distanza di anni.
Il piano di salvataggio
Uno scenario post-bellico che ha richiesto l'apposita predisposizione di un piano di salvataggio. Nel rendiconto 2019 già depositato al terzo piano della Cittadella figura per ora un disavanzo di 94 milioni di euro, gli ulteriori 60 derivanti dagli interessi per i ritardati pagamenti ai fornitori sono stati inseriti in un piano di rientro che spalma il debito nelle prossime annualità. Un tentativo estremo di salvare l'ente sul punto di annegare nei debiti.