Le proprietà benefiche del peperoncino sono risapute. Favorisce la digestione, migliora la circolazione, è amico del cuore e combatte il colesterolo. In più si dimostra efficace nella cura di malattie da raffreddamento e come antidolorifico. Uno scrigno di ricchezze racchiuso in un prodotto usato come alimento e come spezia fin dall’antichità. A nobilitare ancora di più il peperoncino, ci ha pensato un recente studio della Marshall University Joan C. Edwards School of Medicine, Stati Uniti. In base alla ricerca presentata al meeting annuale dell' American Society for Investigative Pathology, nell'ambito di Experimental Biology 2019, l’oro “rosso” – simbolo tra l’altro della cucina calabrese - può considerarsi un’arma in più che frena le metastasi. La capsaicina, responsabile della “piccantezza” ai peperoncini, infatti, potrebbe aiutare a rallentare la diffusione del tumore del polmone.

La ricerca

La capsaicina, in base a quanto osservato dai ricercatori, ostacolava i primi passaggi del processo metastatico. In più, hanno evidenziato che i topi con cancro che consumavano la capsaicina mostravano aree più piccole di cellule tumorali nel polmone rispetto a quelli che non avevano ricevuto il medesimo trattamento. Un risultato che fa ben sperare per i progressi futuri della scienza: «Speriamo che un giorno la capsaicina possa essere usata in combinazione con altri chemioterapici per trattare una varietà di tumori polmonari», ha spiegato uno dei ricercatori nell’evidenziare i “limiti” dello studio: «L’uso clinico della capsaicina – aggiunge - richiede il superamento degli spiacevoli effetti collaterali, tra cui irritazione gastrointestinale, crampi allo stomaco e sensazione di bruciore».

La Calabria e il peperoncino

Principe della tavola calabrese, il peperoncino è ingrediente indispensabile in molti piatti locali. Utilizzato anche nella conservazione degli alimenti, è uno dei protagonisti della ‘nduja, l’insaccato calabrese per eccellenza. Alla storia che lega il prodotto alla Calabria è dedicata addirittura un’Accademia che ogni anno promuove il Festival del peperoncino di Diamante (Cosenza). Raggiunse l’Europa dopo la scoperta delle Americhe e la sua coltivazione trovò terreno fertile nel sud Italia grazie anche alle qualità della terra e al clima (foto Italiachiamaitalia). Conosciuto con il nome di “lardo dei poveri”, era diffuso soprattutto nelle case dei meno abbienti perché usato nella conservazione dei cibi. Le varietà calabresi sono diverse e si distinguono a seconda della forma della bacca e del colore. Nonostante le differenze, i peperoncini made in Calabria, appartengono al genere Capsicuum e alla specie C.annum.

 

Le testimonianze storiche

Il peperoncino calabrese lo ritroviamo anche in letteratura. Nel 1635, il teologo e filosofo di Stilo Tommaso Campanella descrisse le proprietà benefiche del “Piper rubrum indicum” nella sua opera “Medicinalium Iuxta Propria Principia”. Già gli antichi avevano compreso gli straordinari effetti dell’alimento nella salute umana.