È un torrente in piena il sindaco di Cariati Filomena Greco, furiosa per la decisione assunta nel decreto ministeriale e nelle linee guida di relegare a Casa della Salute il “Vittorio Cosentino”, dopo una serie di dichiarazioni pubbliche rese dal sottosegretario Pierpaolo Sileri che ha avevo sottolienato l’esigenza di riaprire Cariati. Il primo cittadino è pronta a consegnare la fascia tricolare al Prefetto di Cosenza e ha chiesto a tutti i colleghi della provincia di Cosenza di auto-convocarsi per il prossimo venerdì 26 pomeriggio nel Capoluogo per decidere il da farsi.

L’amministratrice denuncia «l’inerzia intollerabile confermata nell’ultimo decreto del commissario Guido Longo che non prende atto di nessuna delle evidenze dimostrate in questi anni e mesi e che nulla aggiunge rispetto alla necessità di re-inserire anche il Vittorio Cosentino nella rete ospedaliera regionale. Ai rappresentanti delle autonomie locali di questo territorio non resta che consegnare insieme, subito ed in massa la fascia tricolore nelle mani del Prefetto di Cosenza. Senza se e senza ma. Il limite è stato superato».

Sott'accusa anche il sindaco di Corigliano-Rossano

Chiama in causa Gino Strada e le speranze malriposte, i parlamentari del territorio e le tante richieste al Governo uscente, fatte e ribadite nelle importanti manifestazioni a Roma dei mesi scorsi ma senza alcun risultato. E a sorpresa riserva una stilettata al sindaco di Corigliano-Rossano Flavio Stasi nella qualità di presidente della Conferenza dei sindaci di Cosenza alla sanità a cui avrebbe chiesto «invano la convocazione urgente» di una apposita assemblea «proprio per concordare con anticipo tutte le iniziative di mobilitazione e protesta da proseguire in modo unitario contro questo muro di gomma nazionale». Per il sindaco Greco è tempo di consegnare le fasce.

«Non ha più senso interloquire come fatto fino ad oggi con pezzi dello Stato che sembra non vedano, non sentano e non parlino. Adesso serve mobilitarsi dal basso, nel rispetto delle leggi e delle prerogative di tutti ma senza mezzi termini. E lo faremo – conclude la Greco – partendo dalle donne dei nostri territori che, con la naturale capacità di procreare e lo spirito di proteggere i propri figli, senza la demagogia populista ed auto-referenziale alla quale assistiamo da troppo tempo per senso di unità, sapranno esortare tutta la popolazione a scendere in strada senza distinguo per difendere ed accudire la nostra terra offesa e violata nei suoi diritti fondamentali».

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