«Mi impegno a verificare la possibilità che il presidio di Oppido Mamertina riapra come ospedale di montagna». Così il consigliere regionale Domenico Giannetta, con accanto la commissaria dell’Asp, Lucia Di Furia, si è rivolto ai cittadini che da domenica stanno attivando una protesta davanti al nosocomio. Quello che il politico di Forza Italia ha definito «un sogno», a suo parere, si può realizzare perché «vi sono delibere di giunta risalenti a 10 anni fa che individuavano con tale specializzazione questa e altre 3 strutture simili in tutta la regione». Le parole di Giannetta, che è stato sindaco proprio di oppido Mamertina ed è medico ospedaliero, non hanno però indotto il comitato spontaneo a rimuovere il sit in – che continua – benchè la commissaria, che ha fatto un sopralluogo della struttura assieme alla Garante regionale, Anna Maria Stanganelli e al sindaco Bruno Barillaro, abbia garantito alcune cose nell’immediato.

La protesta, infatti, era scaturita dall’amara scoperta fatta domenica scorsa. «Sette pazienti del reparto di Lungodegenza – ha detto Margherita Mazzeo – sono stati trasferiti in altre strutture nel silenzio più assoluto, visto che due dirigenti medici sono andati in pensione e non sono stati sostituiti». L’unico servizio attivo, in un ex ospedale dove l’estate scorsa è stato anche chiuso il Punto di primo intervento, rimane a rischio – vi è una sola paziente ricoverata – perché la commissaria ha garantito che «vedremo come mantenere il reparto di lungodegenza», a fronte del mantenimento degli impegni per aprire, grazie ai fondi del Pnrr, l’ospedale di Comunità.

Di Furia ha inoltre annunciato l’intenzione di proporre ai medici di Famiglia di garantire un servizio h12, in uno «con la garanzia che una volta verificata l’efficienza dei macchinari, anche il reparto di Radiologia può riaprire dopo un lungo periodo di chiusura». In aggiunta, come unico servizio salvavita, è stata garantita la permanenza di un’ambulanza medicalizzata a disposizione di quest’ampia area aspromontana.