Nesci (M5s): «A Catanzaro un concorso per le mogli dei dirigenti»

La deputata: «Basta con queste pagliacciate. Stoppare concorsi superflui come questo è nostra priorità»

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1 luglio 2019
20:43
M5s, Nesci
M5s, Nesci

«Indignata per la notizia ormai di dominio pubblico -annuncia la deputata Dalila Nesci- secondo cui i commissari nominati dai Ministeri della Salute e dell’Economia avrebbero autorizzato un concorso per l’assunzione di due figure nel settore legale dell’Azienda ospedaliera di Catanzaro. A questo concorso -continua la Nesci- avrebbero partecipato la moglie del capo dipartimento amministrativo della stessa AO e la moglie del dirigente responsabile del settore economico del Dipartimento regionale di Tutela della salute».

«Una vergogna -sottolinea la deputata- se si pensa alle reali urgenze che gravano sul settore sanitario della Regione: interi reparti ospedalieri sono costretti a turni di lavoro massacranti per sopperire alla mancanza di medici, infermieri, operatori sanitari e tecnici di laboratorio».


«Una situazione assolutamente inaccettabile -ribadisce la M5s Nesci- soprattutto all’indomani della conversione in legge del Decreto Calabria. Proprio sulle molte novità normative introdotte dal Decreto dovrebbero basarsi gli interventi dei responsabili per il risanamento della sanità regionale, il generale Cotticelli per compensare le immense carenze gestionali ed operative con cui la vecchia amministrazione ne ha affossato il sistema».

«Ne abbiamo abbastanza di notizie di questo tipo -dichiara la deputata- basta favori, basta assunzioni superflue tramite corsie preferenziali di cui non c’è esigenza. Basta con queste pagliacciate. Stoppare concorsi superflui come questo è nostra priorità, così come assumere il personale davvero necessario a risollevare le sorti della sanità calabrese».

«Tutto ciò deve avvenire con celerità ed efficacia -conclude Nesci-; noi siamo pronti anche a presentare un dettagliatissimo esposto al Procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, perché chi ha sbagliato paghi –a tutti i livelli- e vada a casa. In Calabria non è più tempo di giocare con la vita dei cittadini».

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