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È stato presentato nel corso di una conferenza stampa il programma di tre giorni di cerimonie e attività scientifiche che il Centro Regionale di Neurogenetica (CRN) dell’Asp di Catanzaro, diretto da Amalia Bruni, ha organizzato per tracciare il bilancio della sua attività clinica e di ricerca a vent’anni dalla sua istituzione.
L’evento, che vedrà la presenza di relatori prestigiosi provenienti da tutta Italia e non solo, avrà inizio martedì 24 maggio alle ore 16:00 con una cerimonia di apertura che si svolgerà a Lamezia Terme nel teatro Grandinetti, aperta al pubblico e alla quale i cittadini sono invitati a partecipare. Seguiranno le sessioni scientifiche del 25 e 26 nel Borgo della Marinella di Amantea. Alla conferenza stampa, per la presentazione delle celebrazioni del ventennale, erano presenti il direttore dell’Asp di Catanzaro, Giuseppe Perri, il direttore del Crn, Amalia Bruni e il presidente dell’associazione per la ricerca Neurogenetica, Antonio Laganà. Gli interventi sono stati moderati dall’addetto stampa dell’Asp di Catanzaro, Pasqualino Natrella.
L’istituzione del Crn, con legge della Regione Calabria (37/96), non è arrivata solo quale riconoscimento per i risultati ottenuti nello studio della malattia di Alzheimer genetica, ma ha anche consentito la prosecuzione di un importante lavoro di ricerca. Il centro ha dunque proseguito il grande patrimonio di studi avviati, sin dall’inizio degli anni ’80 che hanno avuto tra i risultati principali l’isolamento della presenilina 1, il gene più frequentemente coinvolto nella etiologia della malattia di Alzheimer genetica. Tale risultato è stato particolarmente rilevante perché ha contribuito a migliorare le conoscenze sui meccanismi patogenetici della patologia. Il centro è ora struttura complessa dell’Asp di Catanzaro, svolge attività di ricerca ed eroga prestazioni assistenziali nel campo delle patologie neurodegenerative, delle demenze e delle malattie rare, con particolare attenzione alle forme ereditarie e ad esordio precoce. L’utenza è regionale e non solo: sono oltre 10.000 i pazienti che, in questi venti anni, sono transitati attraverso gli ambulatori e per i quali, dopo un accurato inquadramento diagnostico, si è provveduto alla presa in carico.
Bruni ha spiegato che: “Gli studi di ricerca condotti sulle popolazioni calabresi ed i risultati ottenuti, sono stati oggetto di pubblicazioni internazionali, di notevole rilevanza scientifica ed hanno avuto anche ricadute significative per la nostra terra, la Calabria, dove è stato possibile, per certi aspetti, sovvertire le negatività legate alle malattie trasformandole in elementi positivi, correlati alla crescita ed al miglioramento delle conoscenze scientifiche. D’altra parte - aggiunge - si è prodotta una valorizzazione del patrimonio e delle ricchezze culturali (archivi storici, medici e non) e si è dato un valore aggiunto alla ricerca: nel CRN si svolge un’attività di ricerca che è di tipo traslazionale, ovvero parte dall’osservazione del paziente e dalla sua presa in carico, per poi avere ricadute sul paziente, sulla famiglia e sulla collettività nella sua accezione più ampia”.
l.c.