Con sentenza, i giudici della Corte Costituzionale decretano l'infondatezza del provvedimento della Regione che aveva chiesto la revoca del Commissariamento: «Non esistono lesioni di competenze»
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La Corte Costituzionale boccia il ricorso della Regione Calabria contro la delibera del Consiglio dei ministri inerente la nomina del nuovo commissario ad acta ed il sub-commissario per il Piano di rientro del debito della Sanità. L’infondatezza viene sancita con la sentenza numero 200 del 2019 nella quale si precisa: «Spettava allo Stato e, per esso, al Consiglio dei ministri nominare il commissario ad acta e il subcommissario per l’attuazione del vigente piano di rientro dai disavanzi del servizio sanitario della Regione Calabria».
L’assenza del presidente alle riunioni del Consiglio dei ministri
In riferimento alla mancata partecipazione da parte del presidente Mario Olverio alla riunione del 7 dicembre 2018 a seguito del telegramma urgentissimo di convocazione arrivato alla Regione il 6 dicembre, si evidenzia che «la partecipazione del presidente della Giunta regionale alle riunioni del Consiglio dei ministri, ai sensi dell’art. 8 della legge n. 131 del 2003, non esaurisce, per quanto qui rileva, le modalità attraverso le quali è attuato il principio di leale collaborazione: modalità che il legislatore può diversamente disciplinare con normative di settore relative a specifici tipi di intervento sostitutivo». Quindi l’affondo: «Le facoltà di audizione e partecipazione della Regione non si estendono, del resto, all’individuazione nominativa del commissario e del subcommissario, la cui scelta spetta in via esclusiva al Governo. Dal che, anche per tale profilo, l’insussistenza delle asserite lesioni di competenze regionali».
Le criticità del commissariamento
La sentenza rimarca come alla Regione fossero «già ben note le criticità del commissariamento, che giustificavano l’esercizio del potere di sostituzione del commissario, come risulta dai verbali dei predetti Tavolo e Comitato del 20 giugno e 20 luglio 2017 e del 18 luglio 2018, che evidenziavano costanti giudizi negativi sull’andamento della gestione commissariale. Anche successivamente al previsto triennio di conclusione dell’originario piano di rientro resta inoltre ferma l’esigenza dell’intervento sostitutivo dello Stato in relazione agli obiettivi non ancora raggiunti da parte della Regione: intervento finalizzato ad assicurare, oltre che l’unità economica della Repubblica, i livelli essenziali delle prestazioni concernenti il diritto fondamentale alla salute».
Le ragioni del ricorso
Il ricorso era stato presentato dalla Regione, in termini di competenza giurisdizionale, dopo la nomina nei mesi scorsi del nuovo commissario per il Piano di rientro dal deficit sanitario calabrese, il generale Saverio Cotticelli, in sostituzione dell'ingegnere Massimo Scura. La Regione aveva chiesto la revoca del Commissariamento, che si protrae ormai da nove anni, ed il ripristino della gestione ordinaria del settore.
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