VIDEO | La docente dell'università Magna Grecia analizza l'ultimo bilancio regionale: «Nessun intervento neanche nell'ambito della prevenzione». E sui manager ammonisce: «Niente conflitti di interesse»
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Cosa ha insegnato la pandemia alla organizzazione del sistema sanitario calabrese? Lo abbiamo chiesto a Marianna Mauro, docente di Economia e management sanitario all'univeristà Magna Grecia di Catanzaro, e dalla lunga intervista che ci ha concesso sono arrivati diversi spunti interessanti, anche inediti vista l'analisi dopo la recente approvazione del bilancio regionale. Intanto, dalla valutazione delle cifre dell'ultimo bilancio della Regione, che attesta come prosegua la tendenza a non potenziare la medicina del territorio e la prevenzione, che invece era obiettivo primario delle riforme degli anni scorsi.
Proprio il depotenziamento della medicina di base, in Calabria più che altrove, è stato uno dei motivi che hanno innalzato l'impatto della pandemia e, quindi, la conversazione con l'autrice di una recente una ricerca dal titolo "La funzione informativa del bilancio consolidato: un'analisi benchmark sulle regioni italiane", consente di tratteggiare anche al di là della emergenza quali debbano essere i punti fermi di un eventuale rilancio del sistema, quale cultura devono avere i manager.
Limiti e slanci che impattano la realtà di un federalismo sanitario che in Calabria è stato azzoppato, visto il perenne commissariamento - che va distinto dal sistema del Piano di rientro - e qui Mauro è molto precisa: «Bisogna avere persone indipendenti alla guida della sanità».