Il consigliere regionale Guccione (Pd): «Dopo 10 anni si possono tirare le somme, è tutto peggiorato»
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«Dieci anni credo che siano più che sufficienti per tirare una somma a questo punto definitiva nel giudizio, a furor di popolo e di dramma: la sanità calabrese è a pezzi, al collasso e l'istituto del commissariamento, che quest'anno spegne appunto dieci candeline, ha fallito. Totalmente fallito. Ci sono strumenti nuovi e più efficaci oggi, il Ministero li ha di fatto già individuati e indicati». Così, in una nota, Carlo Guccione, candidato nella lista Pd per il Consiglio regionale.
«Dalla qualità dei servizi, ai Livelli minimi di assistenza (Lea) largamente insufficienti, al debito complessivo che aumenta, alle Asp fuori controllo e commissariate per mafia, è un precipizio – continua ancora Guccione -. Senza contare l'illegalità diffusa e incancrenita con le stesse fatture all'Asp di Cosenza pagate due o tre volte e con appalti confermati in prorogatio e senza regolare gara abbondantemente scaduta. In alcuni casi capitolati di gara assegnati in prorogatio da 12 anni...».
«In tutti questi anni, dal 30 luglio del 2010, l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza non si è mai avvicinata alla normalità. I disavanzi di bilancio sono da default tant’è che è stato necessario applicare il blocco del turn over. I livelli fiscali di Irap e Irpef sono al massimo e i cittadini, vessati, non ne possono più».
«La situazione è ancora più grave e maledettamente paradossale – continua ancora Guccione - se si fa riferimento al fatto che due importanti Asp, come quella di Catanzaro e di Reggio Calabria, sono state commissariate per infiltrazioni mafiose. La spesa sanitaria è fuori controllo mentre il contenzioso solo dell'Asp di Cosenza è arrivato a oltre 800 milioni di euro. In questa azienda sanitaria provinciale è stato accertato che una stessa fattura, molto spesso, è stata pagata due o addirittura tre volte. Sotto gli occhi di tutti, nel silenzio generale e strisciante. Per non parlare poi degli appalti in prorogatio come per il servizio di ristorazione dell'Asp di Cosenza».
«All'Asp di Reggio Calabria sono 39 invece le gare scadute e che nessuno mette al bando. Ci si gira dall’altra parte. A queste va aggiunta anche quella del servizio di vigilanza. Centinaia di milioni di euro in Calabria sprecati ogni anno per affidamenti in prorogatio che provocano la fornitura di servizi inferiore ai livelli di standard richiesti ma a costi maggiorati, con evidente danno erariale».
«È del tutto evidente – conclude Guccione - che l’istituto del commissariamento della Regione Calabria per la fuoriuscita dall’emergenza sanitaria è completamente fallito. Ha clamorosamente e miseramente fallito. Bisogna guardare al superamento della fase di commissariamento e proporre l’affiancamento delle regioni in dissesto economico e sanitario ad una regione virtuosa, per intraprendere un percorso che risani i conti, aumenti la qualità delle prestazioni e dei Livelli essenziali di assistenza. Una “sorella” più brava che affianchi la Calabria nel superamento drammatico della crisi, che è finanziaria ma anche di sistema, di civiltà. Si potrebbe inoltre nominare dei “mini commissari” per superare le singole criticità, restituendo così in parte i poteri in mano alla Regione, che non può più essere spettatrice, se non del tutto nemica, del risanamento».