L'azienda dal 2008 ha speso circa 12 milioni in più per un debito mai saldato. La commissione prefettizia ha avviato un iter di risanamento
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Fatture pagate il 30% in più rispetto al normale importo o, nella peggiore delle ipotesi, saldate due volte. La gestione dell'energia elettrica nelle decine e decine di presidi ospedalieri in capo all'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro era diventata un vero buco nero dove vi finivano decine di migliaia di euro sottratte alle casse pubbliche per essere riversate in quella della società Enel Energia.
Da oltre dodici anni, infatti, l'Asp di Catanzaro, oggi sciolta per infiltrazioni mafiose e retta da una terna prefettizia, ha continuato a versare all'ente privato somme a sei zeri che sfioravano annualmente quasi il milione di euro.
Spese per un milione di euro
L'intricata matassa è venuta fuori però solo di recente, durante le verifiche di natura economica e amministrativa che la commissione prefettizia sta realizzando nel tentativo di risanare l'ente, piagato da un buco in bilancio che supera di gran lunga i 50 milioni di euro. A febbraio si è infatti deciso di mettere definitivamente mano alla voragine che divorava ogni anno 900mila euro di soldi pubblici. La commissione ha convocato in azienda la società per proporre una transazione e ritrattare i termini del contratto che, per via di un vecchio credito, aveva trascinato l'Asp in regime di salvaguardia.
Il regime di salvaguardia
Un milione e seicentomila euro di debito che ha però determinato un aggravio per le casse dell'ente di quasi un milione di euro all'anno, per dodici lunghi anni.
«Nel corso della riunione è emerso che il pagamento della somma – si legge nella delibera con la quale si stipula l'atto transattivo – consente all'azienda di uscire dal regime di salvaguardia, a cui la stessa è sottoposta dal 2008, determinando per l'effetto un risparmio che prudenzialmente è possibile stimare in 906.462 euro annuo circa e pari al 30% del totale complessivo di 3 milioni di euro speso per l'anno 2019».
Le fatture pagate due volte
Con l'atto transattivo l'Asp si impegna, dunque, a liquidare la somma di un milione e seicentomila euro ad Enel ma si chiede anche la restituzione di crediti vantati a titolo di fatture saldate due volte alla società privata.
Anche questo aspetto viene chiarito nella delibera: «L'azienda è creditrice nei confronti della società per la somma complessiva di 346mila euro derivante da pagamenti effettuati con assegnazioni giudiziarie che la società ha imputato a fatture già pagate».