VIDEO | Centro di riferimento regionale, l'ambulatorio ha voluto sensibilizzare l'opinione pubblica rispetto alla possibilità di trattare una patologia piuttosto seria che colpisce soprattutto i più giovani
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«Purtroppo nella nostra società c'è la convinzione che rivolgersi allo psichiatra vuol dire essere pazzo. In realtà per me è stata una salvezza, lo dico sempre: se non fossi venuta in questo centro probabilmente sarei morta». Così la ventenne Giusy Scoppetta che grazie all'equipe dell'ambulatorio di ricerca clinica e terapia dei disturbi alimentari della cattedra di psichiatria dell’Azienda universitaria Mater Domini di Catanzaro è riuscita ad uscire dal tunnel dell'anoressia, una sfida con se stessa iniziata nel 2018.
La sua testimonianza diventa ancor più significativa in occasione della giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, sancita dalla Presidenza del Consiglio dal 2012, dedicata ai disturbi della nutrizione e dell'alimentazione che il policlinico, Centro di riferimento regionale, ha voluto celebrare con un open day «per sensibilizzare l'opinione pubblica rispetto alla possibilità di trattare una patologia che è piuttosto seria – spiega la responsabile Cristina Segura Garcia - che se non trattata tende alla cronicità e che negli ultimi anni, anche a causa della pandemia, è aumentata tantissimo tra la popolazione degli adolescenti. L'incidenza nella nostra regione è simile a quella che c'è nel resto d'Italia e nel mondo: da 0,3-0,5% per quanto riguarda l'anoressia nervosa, 1% per la bulimia e per il disturbo da alimentazione incontrollata siamo intorno al 3% della popolazione. Sono dati piuttosto elevati».
Il percorso di guarigione
Dal calo del consumo di cibo ad una eccessiva attività fisica, diversi sono i segnali da non sottovalutare e che è possibile frenare con l'aiuto di specialisti e una buona dose di determinazione: «Il percorso di guarigione dai disturbi alimentari è lungo. Ci vuole tanta consapevolezza e tanta forza – sottolinea Giusy – perchè dietro il disturbo alimentare ci sono soprattutto cause psicologiche, dei grandi traumi, che richiedono tanta forza per poter guarire». Il centro svolge dunque un lavoro costante e prolungato nel tempo «dai disturbi alimentari non si esce fuori nel giro di settimane – spiega ancora la responsabile Cristina Segura Garcia – diversi dati della letteratura dimostrano che sono necessari circa 3 anni. Noi cerchiamo di fare il nostro meglio, ci mettiamo tutto il nostro buon cuore e il nostro sforzo». Alla giornata di sensibilizzazione e informazione ha partecipato anche il direttore della cattedra di psichiatria Pasquale De Fazio e il commissario dell'azienda ospedaliera Vincenzo La Regina: «il problema dei disagi alimentari è molto complesso - ha commentato quest'ultimo – quindi bisogna mettere in campo non solo conoscenza tecnica ma soprattutto una grande empatia e il consiglio da parte mia è di insistere molto anche sulla prevenzione».|