VIDEO | Il titolare del dicastero della Salute ha incontrato i sindacati questa mattina a Roma e ha espresso la volontà di lavorare ad un provvedimento di modifica o sostituzione
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Non si andrà verso una riproposizione tout court del decreto Calabria, ma quel che il ministero della Salute ha in serbo per la regione tuttora in regime di commissariamento è ancora ignoto. Il titolare del dicastero di via Ribotta ha rassicurato sulla sua volontà di lavorare nei due mesi che separano alla scadenza del decreto emergenziale ad un provvedimento ad hoc di superamento del provvedimento voluto dall'ex ministro, Giulia Grillo.
Scadenza del decreto
Il 4 novembre giungerà, infatti, a naturale scadenza il decreto Calabria e il ministro della Salute, Roberto Speranza, sembra essere intenzionato a superare quel documento. Sarà un provvedimento di modifica o sostituzione, è quel che ha riferito questa mattina ai sindacati - Cgil, Cisl e Uil - convocati a Roma per un incontro sulle sorti della sanità calabrese. Ma il perimetro entro cui questo provvedimento si muoverà non è ancora del tutto chiaro.
Confronto continuo
L'unica cosa certa è che si lavorerà di concerto. Insomma, l'impegno del ministro sembra essere quello di non adottare alcun provvedimento non concertato, se non altro con le organizzazioni sindacali con cui si è impegnato ad aprire un confronto costante che culminerà il 4 novembre. E da qual che è emerso dal faccia a faccia tenuto questa mattina a Roma l'intendimento del ministro della Salute non pare essere orientato verso un ritorno alla gestione ordinaria. La Calabria, insomma, rischia una proroga del commissariamento dai confini assai incerti.
Un decreto inutile
I sindacati l'hanno però spuntata. Il ministro della Salute ha infatti convenuto sulla scarsa efficacia del decreto che ha consegnato la Calabria ad un regime del tutto straordinario: commissariata la Regione ma anche tutte le aziende sanitarie e ospedaliere. Un cappio al collo che ha avuto come principale conseguenza una drastica riduzione dell'assistenza su tutto il territorio. Cgil, Cisl e Uil hanno insistito, infatti, affinchè il ministero della Salute intervenisse ad implementare il fabbisogno di personale delle aziende, attualmente passate al radar dalla struttura commissariale insediata alla Regione.
Personale sotto la media
Secondo quanto riferito dalla delegazione sindacale, il ministro avrebbe confermato il sottodimensionamento delle unità di personale in Calabria. Durante l'emergenza Covid risultano essere state immesse 500 nuove unità di personale nel sistema sanitario regionale, un dato tuttavia ben al di sotto della media nazionale. Da qui l'impegno del dicastero di via Ribotta ad allargare le maglie troppo strette del commissariamento che stanno soffocando servizi e ospedali.