Aicha è una donna, una mamma di 54 anni. Da 21 anni vive a Reggio Calabria ed è parte integrante della comunità ma per lei, come per tanti altri nella sa situazione, ammalarsi è un lusso che non si può permettere. Aicha è una paziente emodializzata che da 4 mesi è costretta a recarsi a Messina per avere le cure presso il centro privato che le garantisce anche il trasporto. Ma per una donna di 54 anni con due figli, sofferente e provata dal trattamento della dialisi, questo viaggio si trasforma ogni giorno in un calvario. «Non mi sta uccidendo la malattia ma questa situazione. Non dormo più la notte e non riesco a vivere così. Se non viene trovata una soluzione dovrò rinunciare alle cure e lasciarmi morire. Mi alzo alle 3 di notte per poter andare a Messina e rientro tardi. Dopo il trattamento sto male e non riesco più ad affrontare questo viaggio».

Uno sfogo straziante quello raccolto tra le lacrime di questa madre disperata che non può permettersi i costi del trasporto verso Scilla.

La storia di Aicha

Esatto, come vi abbiamo raccontato pochi giorni fa, abbiamo raccolto la disponibilità della Casa della Salute di Scilla di accogliere 6 pazienti che al momento sono costretti a fare la spola verso Messina. C’è un però, infatti, mentre per Messina il costo del trasporto è garantito della struttura privata che poi richiedere il relativo rimborso, per rimanere a curarsi a Reggio il trasporto è a carico dei pazienti che poi possono puntualmente chiedere il rimborso, come previsto dalla legge regionale.

Un costo che per Aicha è esorbitante e che non riesce a sostenere da sola. E qui entra in gioco il dottor Domenico Carbone, direttore del distretto sanitario che, nonostante fosse in ferie, ha raccolto l’appello di Aicha prendendosi carico della sua vicenda considerata la delicata situazione umana ed economica. L’impegno è chiaro: la donna sarà presa in carico e, d'accordo con il responsabile della Dialisi della Casa della Salute, dottor Edoardo Crifò Gasbarra, curata a Scilla e, nelle more, considerando l’emergenza sociale, di trovare una soluzione duratura con le parti competenti, sarà l’Asp a farsi carico del trasporto tramite il mezzo del distretto.

L’impegno dell’Aned

A sostenere ed accompagnare Aicha lungo tutta questa travagliata battaglia è stato Francesco Puntillo dell’associazione Aned. Puntillo, infatti, ha ricordato come l’emergenza dialisi non riguardi una singola persona e come sia necessario trovare una soluzione che non costringa i pazienti ad affrontare viaggi estenuanti.

«Ricordo perfettamente quando il commissario Scura promise che avrebbe attivato il servizio navetta. Promesse mai mantenute. Non si può parlare di numeri di fronte alla malattia». Più che una promessa mai mantenuta, una vera e propria illusione considerando che per legge l’Asp può solo garantire il rimborso delle spese di trasporto.

Quella di Aicha, tutto sommato, è una storia a lieto fine, poiché la donna ha trovato la disponibilità, l’umanità e la comprensione che hanno fatto si che si trovasse un’immediata soluzione tampone. Ma l’emergenza a Reggio permane e la necessità di intervenire in modo strutturale è sempre più incalzante.

 

Elisa Barresi