Per quanto nata da un immenso dolore, fu una scelta che determinò la svolta, che in qualche modo instillò, da lontano e in tutta Italia, il seme di una nuova sensibilità e di una forte consapevolezza: ci sono occasioni in cui dalla morte può riprendere la vita, se solo si ha il coraggio di donare, donare gli organi.

La decisione dei Green portò a questo, ad una crescita enorme, per quei tempi, del numero di persone che decisero di seguire il loro esempio, ed «il trend da allora non si è fermato, semmai  si è triplicato rispetto a quello registrato immediatamente prima alla scomparsa del piccolo Nicholas.

Un dato, questo, che Reginald Green ieri ha evidenziato con estremo orgoglio:  «E' vero – le sue parole - che un incremento di tale portata deve avere delle cause correlate, incluse le straordinarie abilità di chirurghi e sanitari che supportano i trapianti. Ma poiché nessun'altra nazione è andata neanche vicina a quel tasso di crescita, appare chiaro come la storia di un bambino e la generosa reazione degli italiani siano stati la causa predominante. Negli anni che sono seguiti, centinaia di milioni di persone nel mondo, sol perché hanno visto in tv o letto la nostra storia, colpiti "dall'effetto Nicholas" hanno capito come una semplice decisione possa trasformare molteplici vite».