Durante il lockdown 630mila italiani hanno smesso di fumare. Chi non vi è riuscito ha però aumentato il numero di sigarette fumate. Il dato è relativo ai consumatori di sigarette tradizionali, mentre coloro i quali utilizzano sigarette elettroniche o tabacco riscaldato sono aumentati di numero. Più alto anche il numero di chi li ha provati per la prima volta proprio durante questo periodo.

È quanto emerso da uno studio dell’Istituto superiore di sanità in collaborazione con l’Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri, l’Università Vita-Salute S. Raffaele, l’Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete Oncologica (ISPRO) e la Doxa, presentato oggi in occasione della Giornata mondiale senza tabacco.

La prevalenza dei fumatori nella popolazione generale in Italia durante il lockdown è passata dal 23,3% al 21,9%. 1,4 punti percentuali in meno che corrispondono ad una stima di circa 630 mila fumatori in meno (circa 334 mila uomini e 295 mila donne). In relazione alle fasce d’età, hanno cessato il consumo di sigarette circa 206 mila giovani tra 18-34 anni e 270 mila tra 35 e 54 anni.

 

Inoltre, si legge nel rapporto, un altro 3,5% della popolazione pur non cessando completamente il consumo dei prodotti del tabacco, ha diminuito la quantità consumata. Del 9,0% della popolazione che non ha smesso, circa 3,9 milioni di persone, ha invece aumentato o iniziato il consumo di tabacco.

 

Parallelamente ci sono stati 436mila svapatori in più durante il lockdown. Gli utilizzatori di sigaretta elettronica infatti prima del lockdown erano l'8,1%, mentre durante tale periodo la percentuale è salita al 9,1%. Gli utilizzatori di prodotti a tabacco riscaldato erano il 4,1% degli italiani, ovvero circa 1.787.600 persone, e sono saliti al 4,4% con un incremento pari a circa 130.800 persone.

 

«I dati dell'indagine - afferma Roberta Pacifici, direttore del Centro Nazionale Dipendenze e doping dell'Iss - ci dicono che il fumatore fortemente motivato ce la può fare a smettere e che situazioni di particolari emergenza sanitaria possono diventare una grande opportunità di salute».