Il Natale alle porte torna ad avere il gusto delle vecchie feste, quando ci si incontrava per strada e ci si abbandonava ad abbracci e scambi di auguri, senza pensare al rischio del contagio, quando parole come pandemia e tampone non erano ancora entrate a far parte del nostro vocabolario. Quando le uniche mascherine erano quelle dei cinesi in bicicletta che sembravano appartenere a un altro mondo. Dopo un lungo periodo vissuto in apnea, cene natalizie ristrette, posti a tavola ridotti ai minimi termini, costretti a scegliere chi invitare e chi no, le prossime festività segneranno il ritorno delle vecchie abitudini. Certo, tra gli specialisti c'è ancora qualcuno che invita gli italiani a non esagerare. La prudenza è sempre raccomandata, ma il virus non condiziona più la vita delle persone. In questi giorni l'attenzione sembra essersi spostata più sull'influenza che sul Covid e i dati della fondazione Gimbe sembrano andare in questa direzione.

L'indagine relativa alla settimana 9-15 dicembre registra in Calabria un calo dei nuovi casi superiore al 3%. Anche tutte le altre regioni, ad eccezione della Sardegna (+14,1%), registrano un discesa di contagi. A livello nazionale la riduzione settimanale è del 21%. Risultano invece stabili i ricoveri (+2,4%) e si registra un lieve calo delle terapie intensive (-4,2%). Purtroppo però è cresciuto i numero dei decessi: 719 negli ultimi 7 giorni (di cui 17 riferiti a periodi precedenti), con una media di 103 al giorno rispetto ai 98 della settimana precedente.

Il report Gimbe

Gimbe rileva nella settimana 9-15 dicembre, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi (174.630 vs 221.324) e un aumento dei decessi (719 vs 686). In calo i casi attualmente positivi (485.654 vs 523.075) e le persone in isolamento domiciliare (475.894 vs 513.525). Sostanzialmente stabili i ricoveri con sintomi (9.439 vs 9.215), e sono in lieve calo le terapie intensive (321 vs 335).

L'incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti in 7 Province: Rovigo (593), Fermo (559), Massa Carrara (535), Chieti (525), Vicenza (520), Ascoli Piceno (515), Padova (513). Cala poi il numero dei tamponi totali effettuati (-13%): da 1.256.722 della settimana 2-8 dicembre a 1.093.207 della settimana 9-15 dicembre. In particolare i tamponi rapidi sono diminuiti del 14,3% (-151.015), mentre quelli molecolari del 6,2% (-12.500). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività scende dal 14% al 12,2% per i tamponi molecolari e dal 18,1% al 17,2% per gli antigenici rapidi. Quanto al tasso di occupazione degli ospedali, al 15 dicembre il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 14,8% in area medica (dal 6,3% di Molise e Sardegna al 35,8% della Valle D'Aosta) e del 3,2% in area critica (dallo 0% di Basilicata e Valle D'Aosta al 6,9% del Friuli-Venezia Giulia).

Vaccinazioni anti-Covid in calo

Sarà che dall'inizio della pandemia sono trascorsi quasi tre anni. Che la paura iniziale si è ormai trasformata in attenzione e maggiore consapevolezza dei propri comportamenti. Sarà che molti, dopo essersi sottoposti alla terza dose di vaccino, pensino ormai di essere al sicuro. Certo è che il ricorso al secondo richiamo non ha fatto molto presa. L'indagine di Gimbe certifica che soltanto il 13% dei calabresi ha deciso di ricorrere alla quarta somministrazione. La media nazionale è decisamente più alta (28,4). Molto più alta la percentuale del Piemonte (42,2).

Quanto alla quinta dose - fanno sapere da Gimbe - non è ancora disponibile alcun dato ufficiale sulle somministrazioni. Sempre nella settimana 9-15 dicembre, inoltre, si confermano in calo i nuovi vaccinati: 872 rispetto ai 971 della settimana precedente (-10,2%). Rispetto invece alla terza dose, il tasso di copertura nazionale è dell'84,7%: dal 78,6% della Sicilia all'88,6% della Lombardia. Sono 7,3 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster. Al 16 dicembre sono 6,79 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino.