Un gruppo di specialisti scrive all'Istituto superiore di Sanità: «Se dovessero essere correlate al coronavirus sarebbero da considerare manifestazioni di notevole valore clinico dell'infezione»
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«Alla fine di marzo 2020, dopo poco più di un mese di distanza dal primo caso accertato di Covid-19, sono comparse le prime segnalazioni, da parte soprattutto di pediatri, relative a lesioni ischemiche acroposte in bambini asintomatici, alcuni post sindrome parainfluenzale, altri con un genitore Covid-19 positivo, altri ancora senza legami evidenti con la viremia».
Esordisce la lettera indirizzata all'Istituto superiore di Sanità e firmata da diversi medici e specialisti in cui si chiede di vigilare su un aspetto non troppo conosciuto ed emerso proprio nei giorni di diffusione dell'epidemia in Italia.
Le lesioni emerse
«Nei successivi giorni, ulteriori emoltiplicati nuovi casi sono stati segnalati in Italia, negli ambulatori e in particolar modo sui social. Da confronti, si evince che le lesioni colpiscono la popolazione pediatrica (I decade) ed adolescente, senza predilezione di sesso, senza apparenti problemi di salute, a carico soprattutto delle dita dei piedi, uno o più contemporaneamente, a volte con il coinvolgimento della superficie plantare e con visibile limite alla regione delle articolazioni metatarso- falangee.
Trattasi di lesioni rotondeggianti, a limiti sfumati, del diametro compreso tra i 5 e i 15 mm, caratteristicamente di colorito rosso- bluastro, esitanti talora in lesioni bollose in corrispondenza della porzione centrale o apicale, che tendono a ricoprirsi di croste nerastre successivamente all’ evoluzione.
Si accompagnano a sintomatologia algica di intensità variabile ed evolvono nell’arco di due-tre settimane verso l’autorisoluzione senza particolari reliquati.
L’obiettività cutanea orienta verosimilmente verso una diagnosi morfologica di “Erytema Pernio-like” richiamando per l’ appunto l’ aspettoclinico dei perniomi – meglio noti come “geloni”-ipotesi peraltro poco pausibile vista l’assenza di stagionalita’».
«Attualmente tali manifestazioni non possono essere annoverate tra i criteri diagnostici assoluti, mancando spesso, del supporto diagnostico di un tampone o della sierologia che attesti una concomitante infezione da Covid-19 o una positività familiare per essa; resta altresì di difficile realizzazione, l’esecuzione di una biopsia cutanea che potrebbe supportare non solo l’ ipotesi diagnostica ma anche meglio definire il quadroistopatologicamente.
Se tali lesioni dovessero essere, nel futuro più imminente, correlate a Covid-19, sarebbero da considerare manifestazioni di notevole valore clinico della stessa infezione, posta la sostanziale asintomaticità della stessa nell’età evolutiva e il contestuale potenziale di contagiosità.
Resta oltremodo meritevole di attenzione considerata l’ipotesi eziopatogenetica di un danno endoteliale diffuso e multisistemico, indotto con meccanismo, diretto e/o indiretto, da parte del virus. Casi analoghi sono statisegnalati un po' ovunque, tanto da determinare i dermatologi francesi a lanciare l’allarme mentre il legame tra acrocianosi e infezione Covid-19 in pazienti di Whuan è indicato in letteratura.
Casi già descritti in Italia seppur nell’impossibilità di stabilirel’assoluto nesso patogenetico.
Chiediamo all’Iss, consapevoli e grati per l’ immane e ottimo lavoro che sta facendo in questi giorni drammatici, di elevare il livello di vigilanza su questo aspetto».
I firmatari
Dott.Luigi Promenzio- Direttore Ortopedia Pediatrica VSFC- Catanzaro
Prof. FedericoLonghini – Docente di Anestesiologia e Rianimazione UMG- Catanzaro
Prof. Fabio Arcangeli- Docente di Dermatologia Pediatrica Clinica e Sperimentale, Università Guglielmo Marconi Roma
Dott.ssa Michela Sesta- Direttore UOC Neurologia Pediatrica Ospedale Giovanni XXII - Bari
Dott.ssa Elisabetta Cortis -Direttore U. O. Reumatologia Ospedale Sant’Eugenio di Roma
Dott.ssa Elisa Sama- Dermatologa Pediatrica- Cesena