VIDEO | Lo psicoterapeuta Mario Nicotera spiega gli effetti della convivenza forzata e della limitazione dei propri spazi di libertà. La diffusione del virus ha fatto da miccia per fobie e depressioni ma ha anche aperto la strada a idee paranoiche e complottiste
Tutti gli articoli di Salute
«La situazione è impressionante, un adolscente su quattro è in cura dopo la pandemia o a causa della pandemia in Italia. Uno studio dell'università di Brescia invece parla dell'80% degli adolescenti». Sono numeri impietosi quelli confermati dallo psicoterapeuta Mario Nicotera sugli effetti prodotti dal covid sulla psiche di giovani e adulti. Sono soprattutto i primi a portare i principali segni delle privazioni vissute nel periodo del lockdown.
Convivenza forzata
«La restrizione del movimento determinata dai lockdown ha sottratto spazi ai giovani, appena conquistati, nella gestione del proprio io e del proprio sé rispetto agli altri. Naturalmente - prosegue lo specialista - questa condizione di costrizione influisce anche sugli adulti conducendo anche ad una estremizzazione dei conflitti dell'adolescente con se stesso e degli adulti con le proprie relazioni. Propongo un esempio semplice, quando studiavo psicologia sperimentale all'università di Bologna ricordo un esperimento: si mettevano in una piccola gabbia quattro o cinque topolini per studiare gli effetti di una convivenza in uno spazio ristretto. Dopo qualche giorno iniziavano ad azzannarsi e azzuffarsi. Questo ci dice che la convivenza costretta esalta la conflittualità, la delusione e tutte le emozioni negative perché non c'è la rumorosità e la complessità dei rapporti sociali per attenuare i conflitti consumati giornalmente nell'ambito della famiglia».
Paura della malattia
Entra nel dettaglio poi lo psicoterapeuta catanzarese e afferma: «Quasi tutti i miei pazienti hanno avuto una amplificazione e rescrudescenza della patologia. Un esempio su tutti, supponiamo un ossessivo che abbia paura delle malattie e passa tutta la giornata a pulirsi dopo ogni contatto. In questi soggetti si amplifica la paura del virus e di infettarsi e sviluppano una vera e propria incapacità di movimento, anche quando questo movimento è possibile, paralizzandolo poiché costretto a continue abluzioni e pulizia dell'ambiente e della propria persona».
La depressione
«Assieme all'aumento delle patologie in pazienti fobici e compulsivi, c'è la depressione. La restrizione del campo psicotemporale e dell'area esistenziale normalmente vissuta dal soggetta viene ridimensionata e costretta in piccoli spazi, all'assenza di relazioni, alla diminuzione delle possibilità di superamento della tristezza, dei conflitti e delle delusioni. La depressione può avvenire sia come primo episodio nella vita di un individuo sia come aggravamento di un episodio precedente. Naturalmente a questo le possibilità di una evoluzione maligna della depressione è da mettere in conto, compresa l'estrema conseguenza del suicidio».
Idee paranoiche
Ma vi è di più. Secondo lo psicoterapeuta tra i disturbi che la pandemia avrebbero amplificato vi sono quelli paranoici: «È possibile - spiega Nicotera - che fra i cosiddetti no vax insista oltre che una fobia portata all'eccesso dalla pandemia anche una diffidenza verso l'altro, verso il mondo che li porta a sviluppare idee paranoiche. Basti pensare al tema del complotto: sentirsi vittima di un complotto è uno dei sintomi frequenti dei pazienti paranoici. Con questa eccezione, tutti gli altri disturbi rilevati riguardano disturbi depressivi e quelli dello spettro dell'ansia».