L'Asp di Cosenza ha pubblicato un avviso per il reclutamento del personale medico da impiegare nelle Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) per fronteggiare l'emergenza Covid. Lo rende noto il consigliere regionale Antonio De Caprio. 

 

«Le continue sollecitazioni delle ultime settimane  - dice - stanno producendo i loro frutti, ma questo è solo l’inizio di un percorso sul quale non intendiamo allentare la morsa. Perché in ballo c’è la gestione dell’emergenza sanitaria e quindi la salute dei nostri concittadini.  Purtroppo, fino ad oggi, l’istituzione delle Usca disposta dal compianto presidente Santelli a marzo, e deliberata dall’Asp ad aprile - rimarca De Caprio - è rimasta praticamente lettera morta. In molti casi le Usca non sono state affatto attivate, in altri, come a Scalea, si sorreggevano sull’abnegazione di un solo dipendente. Questo stato di cose, determinato da un commissariamento della sanità gestito a livello centrale, non è più accettabile».

 


L’avviso pubblico firmato ieri, dunque, spiega, «vuole porre rimedio a questa situazione, procedendo in maniera spedita verso una implementazione o in alcuni casi un’attivazione delle Usca, che hanno il compito, tra le altre cose, di garantire l’assistenza a domicilio dei positivi asintomatici o comunque non necessitanti di ricovero ospedaliero, alleggerendo il carico di lavoro sui medici di base. Su questo aspetto, il consigliere regionale di Forza Italia esprime condivisione sulla posizione assunta dai consiglieri comunali del centrodestra di Castrovillari e dai rispettivi dirigenti di partito, i quali incalzano il management e la struttura commissariale affinché si renda operativa l’Usca del distretto Esaro/Pollino nel più breve tempo possibile».

 

Pertanto «al commissario dell’Asp di Cosenza, con cui ho costanti incontri settimanali, ho illustrato in maniera chiara le esigenze dei territori, grazie alle segnalazioni che quotidianamente mi pervengono sia dai cittadini che dagli addetti ai lavori. L’avviso pubblico va in questa direzione, ma è solo l’inizio. Perché la pandemia incalza - conclude De Caprio - e non possiamo permetterci altri ritardi».