VIDEO | Prima delle nuove disposizioni decise dalla governatrice Santelli, circa i viaggi da Nord a Sud, due giovani di Limbadi partiti da Codogno hanno sentito la responsabilità di avvisare le autorità sanitarie: stanno bene, ma aspettano di fare il tampone
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Tra milioni di storie di persone che in tutto il mondo stanno avendo a che fare con il coronavirus, ce n’è una che racconta di due calabresi responsabili – zelanti finanche prima delle istituzioni - nell’evitare il seppur remoto rischio contagio. È la coppia di Limbadi di cui ha parlato la governatrice Jole Santelli, ieri, quando in cima all’agenda delle cose da fare al Sud è schizzato il consiglio di avvisare sugli spostamenti dalle regioni del Nord.
Molto prima che questo altolà fosse diramato, lui e lei – due giovani che proprio da Codogno verso Limbadi stavano viaggiando in auto – hanno sentito la responsabilità di mettersi in contatto con le autorità sanitarie che a Catanzaro seguono l’emergenza. La coppia, che vive e lavora nella zona rossa lombarda – proprio nel paese dove si è registrato uno dei tre contagi mortali – non è neanche arrivata in Calabria.
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Ora è ferma in un appartamento in regime di “sorveglianza attiva a domicilio”, e a partire da questa scelta di quarantena volontaria, la Regione ha varato il protocollo da far seguire ai tanti – emigranti e non - che da qui ai prossimi giorni viaggeranno da Nord a Sud. Stanno bene, non hanno alcun sintomo influenzale, e proprio per questo ancora non sono stati sottoposti al tampone che dovrà dire se sono stati contagiati o meno.
Sono sospesi, in attesa che si perfezioni una procedura in cui non è mancata la disinformazione, visto che per qualche ora tutti hanno pensato che il centro del Vibonese fosse diventato una zona di potenziale contagio. Ma loro a Limbadi non ci sono mai arrivati, allertando le autorità per proteggere tutti.