La conferma arriva attraverso una nota del primo cittadino Capalbo dopo un colloquio telefonico con il direttore generale regionale del dipartimento tutela della salute, Antonio Belcastro
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L’ospedale “Sant’Angelo” di Acri - struttura finora dimenticata dal sistema sanitario per il piano di emergenza della Regione Calabria nella gestione del rischio epidemiologico da coronavirus - potrebbe diventare presto polo Covid.
L'ospedale di Acri
Infatti, il nosocomio di Acri, considerato “ospedale di zona disagiata”, abbraccia potenzialmente un bacino d’utenza di oltre 60mila abitanti. Non solo, lo stesso presidio ospedaliero dispone degli spazi necessari all’attivazione dei posti letto sub intensivi, poiché nel piano di riorganizzazione della rete ospedaliera erano destinati alla lungodegenza. Ed inoltre sono presenti all’interno della struttura addirittura anche due sale operatorie, un laboratorio analisi e la risonanza magnetica.
Il piano emergenza
La situazione pare essere in evoluzione e la Regione sembrerebbe intenzionata, ad inserire l’ospedale di Acri all’interno del piano di emergenza e dunque al potenziamento del presidio ospedaliero, nella gestione dei pazienti covid-19 o, in alternativa, come supporto al vicino Hub di Cosenza e Spoke Corigliano Rossano.
La conferma è arrivata direttamente dal sindaco di Acri, Pino Capalbo nel pomeriggio di oggi, attraverso una breve nota: «abbiamo contattato telefonicamente il Direttore Generale del Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria Antonio Belcastro, il quale ha dichiarato che il nostro presidio verrà inserito nella rete degli ospedali Covid, permettendo di decongestionare le altre strutture che sono allo stremo. La determinazione e la passione che in questi ultimi tempi ho impiegato per il nostro ospedale hanno portato i frutti. Ringrazio tutti i coloro che hanno appoggiato questa mia battaglia».