VIDEO | A spiegare come vengono sottoposti ad analisi i test è stata la responsabile del laboratorio di biologia molecolare di via Willermin, la dottoressa Maria Teresa Fiorillo. L'emergenza viene tuttavia affrontata sotto organico: «Siamo solo in tre»
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Un lato positivo, forse l’unico, in questo momento di emergenza, è stata la riscoperta della sanità pubblica e del suo ruolo fondamentale. Per questo siamo andati a scoprire come un laboratorio dell’Asp di Reggio Calabria, che i tagli del commissariamento avevano condannato alla chiusura, è diventato centrale nell’affrontare l’emergenza. Come ci ha spiegato la responsabile del laboratorio di biologia molecolare dottoressa Maria Teresa Fiorillo.
La risposta all'emergenza
«Questo momento di emergenza lo stiamo affrontando in tre persone. Ho dovuto chiamare rinforzi e non essendoci altre alternative un collega e rientrato dalla pensione e una volontaria ci sta dando un grande supporto. Noi tre abbiamo deciso di buttarci in questa battaglia perché crediamo sia giusto, potendolo fare, aiutare la comunità reggina facendo i test per il coronavirus. Non potevamo tirarci indietro nonostante le difficoltà. Certo è faticoso, non lo nascondiamo perché la mole di lavoro con così poche unità è davvero tanta – dichiara la dottoressa responsabile del laboratorio in Via Willerimin - Abbiamo tempi di lavoro serratissimi, entriamo in laboratorio alle 7.30 e non usciamo prima delle 21. Andiamo avanti così da 25 giorni, inutile negare che la stanchezza si fa sentire ma sono certa che, valutando l’importanza del lavoro svolto arriveranno altre unità».
Come vi abbiamo raccontato nel nostro viaggio all’interno del Grande Ospedale Metropolitano, anche qui lavorare in sotto organico è una cattiva prassi, eppure, nel laboratorio analisi del polo sanitario Nord di Reggio Calabria si è cominciato a fare biologia molecolare nel 2000. I primi test a essere eseguiti sono stati hcv-rna e hbv-dna per l'epatite B e C in seguito la dottoressa Fiorillo ha avviato le analisi per il papilloma virus e le malattie sessualmente trasmissibili. Solo nel 2019 sono stati effettuati 2000 test per il papillomavirus e circa 1600 per le malattie sessualmente trasmissibili e non sono da meno i numeri legati al coronavirus.
L'analisi dei tamponi Covid
«Noi ogni giorno riusciamo ad analizzare 160 tamponi. Si comincia con l’estrazione per poi passare all’amplificazione. Per avere questi numeri nonostante le risorse esigue dobbiamo necessariamente coordinarci e sincronizzare il lavoro. Infatti, mentre corre la prima amplificazione noi siamo già a lavoro con la seconda estrazione. Così facendo riusciamo con “tranquillità” a fare quattro sedute complete – ci spiega la responsabile del laboratorio Asp - Per poter incrementare il lavoro servirebbero almeno altri due biologi e dei tecnici che potrebbero aiutarci anche a fare i turni e darci la possibilità di tornare a casa e riprendere fiato. Con poche persone a supporto riusciremmo di certo a farne molti di più e continuare a svolgere la nostra opera».
La sanità pubblica come missione
Una missione che negli anni è diventata una sfida per dare a tutti l’assistenza necessaria. Questa è la battaglia che gli operatori della sanità pubblica combattono in prima linea con spirito di sacrificio e abnegazione pur non ricevendo la giusta attenzione ed essendo stati troppo spesso dimenticati.
«La sanità pubblica se si vuole può funzionare e farlo bene. Questa è stata ed è la nostra sfida – conferma la dottoressa Fiorillo – ad un certo punto si sono dimenticati di noi ma non abbiamo mollato perché siamo a servizio dei cittadini, non abbiamo altri motivi, non guadagniamo o lucriamo con il nostro lavoro perché siamo comunque stipendiati ma per noi è una missione. Bisogna garantire assistenza sanitaria a tutti,abbienti e meno abbienti perché la salute è un bene fondamentale ed è un diritto pubblico, come sancito dalla Costituzione».