Liana Palermo, professore associato di psicologia generale, responsabile del Laboratorio di Psicologia dei Processi Cognitivi del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell'Università Magna Graecia di Catanzaro, nel corso della consueta rubrica Tg Salute realizzata in collaborazione con il Dipartimento diretto dal professore Arturo Pujia, curata da Rossella Galati, ha spiegato qual è l'ambito di attività del Laboratorio da lei coordinato.

«Come dice il nome stesso del laboratorio, studiamo una serie di abilità cognitive, come la memoria navigazionale, le abilità visuo-immaginative, la cognizione sociale, sia in individui sani che in diverse popolazioni cliniche. In questo periodo – spiega -, stiamo studiando, in particolare, le rappresentazioni mentali del corpo, ovvero delle mappe interne del nostro corpo che ci consentono di interagire con il nostro corpo, ad esempio per pettinarci i capelli al mattino, e di interagire con l’ambiente circostante, ad esempio per effettuare azioni come afferrare la tazzina del caffè con la mano».

La collaborazione con altre Università

«In collaborazione con altri laboratori di ricerca dell’Università Sapienza di Roma e dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, abbiamo studiato queste rappresentazioni in individui sani nell’arco di vita – ovvero in bambini in età scolare, giovani, adulti ed individui anziani - per comprendere gli effetti dell’età su queste abilità, ma le abbiamo studiate anche in diverse patologie, ad esempio, in bambini con paralisi cerebrale e in individui adulti con danno cerebrale dovuto a ictus. Questi studi ci hanno anche permesso di meglio comprendere le aree cerebrali coinvolte nelle diverse rappresentazioni mentali del corpo. Comprendere come la mente rappresenta il nostro corpo è argomento di grande interesse per chi si occupa di psicologia cognitiva e di neuroscienze cognitive, perché il nostro corpo è un oggetto unico. Come tutti gli altri oggetti possiamo esperirlo dall'esterno, attraverso il tatto o la vista, ma è il solo oggetto che possiamo esperire anche dall'interno attraverso l’interocezione».

Cos’è esattamente l’interocezione?

«L’interocezione è definita come il senso della condizione fisiologica del nostro corpo. È il senso che ci consente di percepire i segnali e le sensazioni provenienti dal nostro organismo, come il battito cardiaco, il respiro, la temperatura corporea, la fame, la sete. È, in altre parole, quella capacità che mi permette di rispondere alla domanda “come ti senti oggi”? C’è grande variabilità nella popolazione in questa abilità, alcune persone sono molto brave a percepire i segnali che provengono dal proprio corpo e altre un po’ meno. È facile capire come questo possa avere un impatto significativo sulla capacità di prendersi cura di sé stessi».

Le implicazioni per la salute

Quali sono le implicazioni per la salute fisica e mentale? «Sono numerose, visto che l’interocezione è considerata l’interfaccia tra il corpo e la mente.  Alterazioni della capacità interocettiva sono, inoltre, ampiamente documentate in diversi disturbi mentali (disturbi dello spettro autistico, disturbi alimentari, disturbi dell’umore, etc.). Sviluppare interventi riabilitativi o di training cognitivo centrati sulla rappresentazione mentale del corpo, in generale, e sull’interocezione nello specifico, come stiamo facendo anche in questo laboratorio, può essere, quindi, particolarmente promettente per migliorare la nostra salute mentale e cognitiva».