Un centro dialisi a Reggio possibile grazie a una società pugliese

È la proposta della SS Medici per risolvere le carenze della città dello Stretto. Molti pazienti costretti a viaggiare tre volte a settimana per espletare i trattamenti

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di Redazione
1 agosto 2018
15:36

La Società “SS Medici” con sede in Taranto, che vanta 30 anni di esperienza nel settore dell’Emodialisi, consapevole che nel territorio di Reggio Calabria da svariati anni esiste una grave carenza di posti rene, dopo aver già affittato idonei locali, nel dicembre 2016 ha presentato un’istanza per ottenere la necessaria autorizzazione alla realizzazione di un centro per emodialisi. Lo riporta una nota della cooperativa.

 


Il Suap ha già avviato l’iter procedurale e ha richiesto, come prevede la legge, tutti i pareri e gli atti di assenso necessari, tra cui quello del Dipartimento Salute della regione e del Commissario. Iniziava così un lungo iter burocratico che passava attraverso l’esplicitazione da parte dell’Asp di Reggio Calabria della carenza di 20 posti di Dialisi per il territorio del comune di Reggio Calabria. Attualmente è pendente  un’ autorizzazione finale da parte del Dipartimento della Salute della Regione Calabria. «Abbiamo seguito le notizie giornalistiche che nei tempi successivi  hanno mirato  a promuovere tutta una serie di istanze da parte di un gran numero di pazienti dializzati. Quest’ultimi assistiti dalla loro associazione (Aned), sono costretti da diversi anni ad effettuare il trattamento emodialitico in una Struttura Privata in Provincia di Messina con tutti i disagi e i rischi che tale situazione determina».

 

«Veniva persino istituito dal Prefetto – aggiungono - un tavolo tecnico di Emergenza, a cui hanno partecipato tutti gli Enti interessati, inclusi Dipartimento della Salute, Commissario alla Sanità e ASP di Reggio Calabria, che più volte si sono riuniti , senza ottenere a tutt’oggi alcun esito risolutivo del problema. A nostro sapere in atto non sono stati presentati  progetti analoghi  ne’ da parte di Enti pubblici nè da privati, noi ribadiamo che vorremmo svolgere la nostra iniziativa nell’interesse dei pazienti che si trovano costretti a fare continui sacrifici, viaggiando tre volte la settimana per essere sottoposti a questi  trattamenti salva-vita, con grande sofferenza visti gli spostamenti nella condizione di malessere psico-fisico che accompagna le sedute terapeutiche». Il trattamento emodialitico richiederebbe  3 sedute la settimana di massimo 4 ore ciascuna,  impegna invece gli emodializzati per un giorno intero a seduta, visti i lunghi tempi di viaggio.

«Il nostro progetto prevede 19 posti -rene, in un centro all’avanguardia tecnologica, che è stato concepito con un particolare riguardo all’umanizzazione del contesto, con previsione persino di postazioni con intrattenimento multimediale e collegamento in rete. Saremmo lieti di presentare il nostro progetto a chiunque sia interessato a conoscerlo ed in particolare ai  pazienti e alle loro associazioni. Ci dichiariamo inoltre disponibili a collaborare con tutte le grandi professionalità già presenti nelle strutture pubbliche del  nostro territorio, come già avviene in tante regioni italiane, dove il privato si integra e supporta il pubblico, e dove la sua presenza in termini di posti Dialisi e’ grossomodo equivalente».

 

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