VIDEO | Venerdì e sabato focus multidisciplinare sulla diminuzione della capacità uditiva dell'anziano: dagli aspetti neurocognitivi all'approccio diagnostico alla riabilitazione
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Dopo due anni di assenza a causa della pandemia ritornano gli appuntamenti nazionali sull'audiovestibologia. Sarà l'Università Magna Graecia di Catanzaro ad ospitare l'evento multidisciplinare venerdì 24 e sabato 25 giungo, che avrà come tema gli aspetti cognitivi e comunicativi dell'ipoacusia età correlata, ovvero la diminuzione della capacità uditiva, oltre ad essere corso nazionale della Società Italiana di audiologia e foniatrica che ha scelto Catanzaro per far incontrare e confrontare esperti di fama internazionale di diverse discipline per approfondire i meccanismi che portano alla sordità dell'anziano e per fare il punto della situazione rispetto alla problematica.
Problemi di udito legati all'invecchiamento
«Per comprendere le dimensioni del problema bisogna ricordare che in italia circa il 20% della popolazione ha più di 65 anni e secondi i dati più recenti quasi un terzo di questo 20% ha un problema di udito legato all'invecchiamento – spiega Pino Chiarella, direttore dell'unità operativa di audiologia e foniatria del Policlinioc Universitario -. E questo contribuisce in maniera importante sulla sua condizione di fragilità, la presbiacusia, cioè la perdita di udito legata all'età è stata recentemente identificata come fattore di rischio per lo sviluppo di deficit cognitivo e di demenza. Anche i livelli non gravi di sordità aumentano il rischio di declino cognitivo e fra i fattori di rischio corregibili alla base della demenza, la sordità è quello più importante».
Dunque corregere la sordità riduce significativamente il rischio di decadimento cognitivo ritardandolo e addiritutta fermandolo. «Solo il 20% delle persone che hanno un problema di questo tipo lo affronta e quindi tutti gli altri pagano un importante prezzo sulla propria qualità della vita» conclude lo specialista.