VIDEO | Allo studio la stipula di tre differenti protocolli d'intesa: con medici di base, pediatri e farmacisti per impiegarli nell'operazione di assottigliamento della sacca di no vax
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Spingere sulla campagna vaccinale e sull'attivazione di nuovi posti letto. Il duplice obiettivo è diventato quasi un mantra tanto che alla Cittadella vi sono allo studio una serie di strategie che passano attraverso l'impiego del tesoretto - gli 81 milioni stanziati lo scorso anno dal Governo e mai spesi dalla Regione - per puntellare il sistema sanitario. Insomma, i mezzi finanziari non mancano e le idee neppure.
Prestazioni aggiuntive
L'operazione si muove su un doppio binario: iniziare a spendere il denaro rimasto accantonato nel bilancio regionale, intanto, remunerando lavoro straordinario e prestazioni aggiuntive al personale medico e infermieristico. Il ragionamento è infatti quasi obbligato, l'attivazione di nuovi posti letto per la cura delle patologie connesse al covid comporta necessariamente l'impiego di nuove unità di personale, allo stato quasi introvabile soprattutto per strutturare le aree critiche. Gli anestesisti latitano e così dalla Regione è partita una richiesta di ricognizione indirizzata alle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi.
La nota
La nota firmata nei giorni scorsi dalla dirigente del dipartimento Tutela della Salute, Iole Fantozzi, è infatti esplorativa: nel caso in cui le aziende abbiano la possibilità di attivare nuovi posti letto - di area medica e di terapia intensiva - la Regione si rende disponibile a remunerare il costo delle prestazioni aggiuntive. La richiesta è quella infatti di indicare il numero di personale da impiegare e le ore aggiuntive da autorizzare.
No alla sospensione delle attività programmate
Una misura che potrebbe però rivelarsi tutt'altro che risolutiva dal momento che le aziende, in carenza di personale ormai da anni, utilizzano al massimo lo strumento delle prestazioni aggiuntive per evitare un collasso dei servizi sanitari che altrimenti non potrebbero essere assicurate in nessun'altro modo. L'intenzione della Cittadella è però anche quello di non dover arrivare alla soluzione estrema di sospendere le attività programmate - come già avvenuto in altre regioni - incentivando il personale, soprattutto di area medica.
I protocolli per i vaccini
Secondariamente, è allo studio la stipula di tre differenti protocolli d'intesa: con i medici di medicina generale, con i pediatri e con i farmacisti per impiegarli in maniera più spinta nell'operazione di assottigliamento della sacca di no vax. In realtà, il protocollo con i pediatri sarebbe un inedito sospinto dal via alle vaccinazioni per la fascia d'età tra i 5 e gli 11 anni. Quello con i medici di medicina generale e con i farmacisti sarebbe una riedizione ma con un nuovo meccanismo premiale di inventivazione in base al raggiungimento di alcuni obiettivi. Tutte e tre le categorie attendono la convocazione alla Regione per la stipula dopo la stesura di una prima bozza.