Niente pagamenti per il centro disabili di San Sostene Prisma, l'appello

VIDEO | E' l'unica struttura accreditata per diversabili nell'ambito di Soverato. La presidente Giuseppina Ranieri chiede alla Regione di superare i nodi della burocrazia per la riscossione delle spettanze, sia a favore di chi lavora ma soprattutto delle fasce deboli che il centro assiste ormai da 10 anni

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di Rossella  Galati
19 gennaio 2019
17:14
Il centro per disabili
Il centro per disabili

«Qualunque sia il colore politico che governa la nostra regione, i problemi sono sempre legati alla burocrazia. Ci chiedono determinati requisiti per poter andare avanti con il servizio: dall'assunzione del personale a tempo indeterminato, ai servizi mensa e così via ma questi servizi puntualmente non vengono pagati. Il personale ha maturato ad oggi 8 mensilità arretrate. Una situazione che non si può gestire». Una situazione ormai ingestibile secondo Giuseppina Ranieri, presidente del centro per diversabili Prisma di San Sostente sullo Ionio, nel catanzarese. Unico centro diurno accreditato nell'ambito di Soverato che abbraccia 27 comuni, da Bianco fino a Squillace, autorizzato per 17 ospiti, in attesa di quanto dovuto da ormai 8 mesi. E' in questa struttura semiresidenziale che ogni giorno, da 10 anni  Caterina, Teresa, Angelo, Vittoria svolgono attività psico-socio-educative e di riabilitazione psico motorie grazie ad una equipe  multidisciplinare. 


«Abbiamo casi di disabilità grave, insufficienza mentale, qualcuno con sindrome di down, autismo, sindrome di asperger - spiega la psicologa e psicoterapeuta Graziella Paparazzo -. Quello su cui noi lavoriamo è far passare il messaggio che questa diversità non li esclude dalla società». «Noi chiediamo che ci sia un intervento a favore delle persone che lavorano ma soprattutto delle fasce deboli che noi assistiamo e che ci diano la possibilità di far funzionare il servizio in modo corretto - aggiunge Giuseppina Ranieri - . La Regione offre il servizio ma a discapito di strutture che si indebitano con le banche per poter pagare i contributi. Perché paradossalmente se tu non sei in regola con i contributi, non ti fanno i decreti di liquidazione».

La riforma del Terzo Settore

«Per quanto riguarda poi la riforma del terzo settore, che noi attendiamo già da tanti anni, abbiamo partecipato a dei tavoli tecnici per circa un anno e mezzo, ai quali io stessa ho preso parte in qualità di rappresentante della Confapi, il sindacato delle nostre strutture. Ci siamo seduti a questi tavoli e dopo che la riforma è stata partorita sono intervenuti degli aggiustamenti da parte della Regione Calabria che hanno creato dei problemi. Innanzitutto la riforma è stata bocciata per un vizio di forma da parte del Tar. Subito dopo abbiamo rilevato alcune cose che secondo noi non sono corrette come una proposta da parte del dipartimento delle Politiche Sociali di attuare un accreditamento unico di tutte le strutture, sia quelle storicamente accreditate sia quelle nuove autorizzate. Questo per la Regione comporta un impegno di spesa doppio. Mentre noi sappiamo che nel fondo sociale regionale non è stato aggiunto un solo euro in più. Quindi ci chiediamo: questa riforma sarà supportata economicamente? Come si farà a pagare tutte le strutture nuove che, rispetto a quelle già accreditate, sono il doppio? Strutture che saranno obbligate a mettersi a norma e quindi ad assumere personale a tempo indeterminato ed offrire tutti i servizi annessi. La Regione Calabria ci risponde che in quel caso ci sarà la libera concorrenza e che gli utenti potranno scegliere a quale struttura affidarsi. Anche questa scelta noi crediamo che sia un'arma a doppio taglio: se da una parte gli utenti che si trovano già nelle strutture convenzionate e storicamente accreditate non hanno intenzione di spostarsi, e dall'altra le nuove strutture accoglieranno altri ospiti, ci chiediamo: gli ambiti, e quindi i comuni che si troveranno la medesima spesa storica, come gestiranno i pagamenti? A questa domanda ancora nessuno è riuscito a darci una risposta. Sappiamo di tante leggi regionali che non sono andate a buon fine poiché non supportate economicamente e noi temiamo che anche questa riforma faccia questa fine. Un accreditamento per il doppio delle strutture, senza un euro in più sul fondo sociale è molto difficile pensarlo ed immaginarlo». 

Progetti sperimentali

Ma non è tutto. Tra le tante attività, il centro Prisma  grazie ai fondi per la non autosufficienza della Regione Calabria è riuscito a garantire ai suoi ospiti anche dei progetti sperimentali. In particolare uno sulle demenze senili gravi e l'alzheimer, e uno sulle spiagge accessibili, rivolti a due tipologie di utenze. Peccato però che nonostante l'esito positivo non venga garantita continuità al servizio. «I due progetti sono andati benissimo - spiega la presidente Ranieri - e sono durati un anno quello dell'alzheimer e due estati quello delle spiagge accessibili. Sia gli utenti che le famiglie trovano un buon riscontro in queste attività. Il problema è che subito dopo la Regione sospende il servizio. Essendo progetti sperimentali dopo un certo periodo vengono sospesi perché non si trovano i fondi o per altri motivi. Dunque io faccio un appello affinché un servizio che viene riconosciuto valido dal territorio, in grado di dare dei risultati in termini di riabilitazione e socializzazione, non venga perso perché si tratta di interventi che hanno bisogno di una certa continuità».

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