«Siamo stanchi dei silenzi che lei riserva a chi la sta semplicemente invitando a prestare la dovuta attenzione a quanto previsto (negli ultimi quattro anni) dagli atti di programmazione dell’Asp di Cosenza: l’evoluzione del Poliambulatorio in casa della salute. Atti ratificati dai diversi Commissari che si sono susseguiti, lei compreso». Inizia così la missiva indirizzata all’attuale commissario ad acta Longo dalla Rete comprensoriale “Difendiamo la Salute” che da tempo si spende sulla questione.

È il 2016 quando la Casa della Salute viene inserita nella programmazione regionale e il 2017 quando viene ratificata. Due milioni e mezzo di euro la cifra necessaria a metterla su. Nascerà, si decide, nella struttura adiacente all’attuale distretto, un immobile in costruzione da venti anni e che ancora oggi è utilizzato in minima parte. La restante è fatiscente, quasi un ecomostro lasciato a marcire nelle spire di una politica che contraddice se stessa. 

«Oggi è esplosa, anche mediaticamente, la polemica sui fitti pagati per la dotazione degli spazi necessari allo svolgimento delle prestazioni poliambulatoriali. Eppure - fa notare la Rete -  la soluzione anche a questo problema le viene offerto proprio dall’azienda sanitaria provinciale, ancora costretta a pagare questi fitti, con il completamento del poliambulatorio propedeutico alla realizzazione della casa della salute».

«Da tempo denunciamo – si legge nella lettera - e di ciò l’abbiamo resa partecipe, lo spreco derivante da una struttura incompleta e che, invece, si presta a divenire modello di decentramento territoriale di molti servizi sanitari. Una prospettiva che accorcerebbe la distanza tra i cittadini e la sanità pubblica, che renderebbe il sistema sanitario più efficiente (si pensi, ad esempio, a come ne beneficerebbero, anche in termini di minore pressione sui pronto soccorsi - i nosocomi vicini e contribuirebbe alla rivoluzione culturale che deve travolgere il modello di assistenza sanitaria. Senza considerare quanto una buona sanità territoriale sarebbe funzionale alla gestione dell’attuale momento pandemico».


«Da tempo la stiamo invitando a venire a visitare il Poliambulatorio per vedere con i suoi occhi le potenzialità della struttura e l’attuale spreco di spazi. Ma, se non vuole scomodarsi a venire ad Amantea – conclude la Rete - ci convochi: saremo ben lieti di parteciparle a voce le istanze di un territorio che merita maggiore dignità sanitaria e socio assistenziale».