La senatrice interviene dopo segnalazioni giunte anche da medici di base: «Molti anziani in precarie condizioni di salute non hanno ricevuto nemmeno la prima somministrazione»
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La senatrice Bianca Laura Granato (Misto) ha scritto una lettera al direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, Giuseppe Caparello, e per conoscenza al commissario Asp Luisa Latella, oltre che al commissario ad acta della sanità, Guido Longo in merito alle disfunzionalità della campagna vaccinazioni, dopo aver ricevuto nei giorni scorsi diverse segnalazioni a riguardo.
«I medici di base - si legge in una nota stampa - segnalano che la distribuzione dei vaccini a quanti di loro non operino in Unità complesse di cure primarie procederebbe estremamente a rilento e in modo non programmato, per cui ci sarebbero assistiti ultra ottantenni anche in condizioni precarie di salute che ancora attenderebbero la prima dose, mentre i pazienti dei medici che operano in Unità complesse di cure primarie starebbero già per ricevere la seconda dose – si legge nella lettera della senatrice Granato -. Faccio presente che questa discriminazione su base meramente logistica è sotto il profilo costituzionale inammissibile».
«Mi è anche stato riferito – aggiunge la senatrice 5s- che il recapito delle fiale Pfizer avverrebbe senza un chiaro criterio ai medici di base, senza preavviso, anche a ridosso dei weekend con il rischio che non si riescano a rispettare i 5 giorni dal decongelamento, decorsi i quali il farmaco scade – continua la lettera -. Presso l'azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio, inoltre, sarebbero stati convocati per la somministrazione della prima dose di vaccino anche dei neo pensionati dell'azienda stessa che ancora non avrebbero compiuto 70 anni. Le segnalo quanto sopra – conclude la senatrice Granato - affinché, per quanto di sua competenza, si pongano in essere tutti quegli accorgimenti che garantiscano l'ottemperanza stringente ai protocolli e che si attivino tutte quelle misure logistiche compensative atte ad evitare che nel godimento del diritto costituzionale alla cura si creino cittadini di serie A e cittadini di serie B».