Il senatore di Vibo voleva dimostrare di essere parte fondamentale della strategia e battezzare la candidatura a presidente proprio nella sua città. Risultato? Mezzo centrodestra è irritato e le sorelle Santelli hanno diffidato il capogruppo Fi. La fuitina vibonese si è trasformata in un disastro (ASCOLTA L'AUDIO)
Tutti gli articoli di Tra virgolette
PHOTO
Doveva essere un fine settimana trionfale quello di Roberto Occhiuto, candidato in pectore ma non ufficiale del centrodestra. Tutti si aspettavano che i big nazionali della coalizione Salvini, Meloni e Berlusconi sabato avrebbero annunciato la nomina, del candidato azzurro a presidente della Regione Calabria, tra l’altro, da loro stessi annunciata in occasione della presentazione dei candidati nella capitale. 48 ore, - avevano fatto sapere da Roma - e la Calabria avrà il suo candidato avevano annunciato in coro i leader del centro destra. Maurizio Lupi in Calabria venerdì dava per certa la presenza di Tajani a Cosenza per celebrare solennemente la nomina con la bolla da Arcore. E invece niente.
Sabato le ore passavano ma della nomina nemmeno l’ombra. Silenzio assoluto dai santuari azzurri. Perché? La domanda rimbalza di ora in ora da una redazione giornalistica all’altra. Senza risposta. In maniera ufficiosa, venerdì pomeriggio, si diffonde la notizia che Occhiuto potrebbe partecipare ad una sorta di conferenza stampa convocata dal senatore Giuseppe Mangialavori a Vibo Valentia. E, in effetti, dall’entourage del senatore parte un curioso invito: “Domani 12 giugno alle ore 12, il Senatore Giuseppe Mangialavori Vi aspetta numerosi per importanti comunicazioni in Via Scesa Ceraserella ( nei pressi della Scuola De Amicis) Non mancate...”. Un invito che ai più è sembrato privo di grandi significati. E, tuttavia, le voci si rincorrono. Il tam tam dei ben informati sussurra che ci sarebbe stato Occhiuto e che la candidatura sarebbe stata annunciata dal quartier generale del coordinatore regionale degli azzurri. Qualcuno parla addirittura di un collegamento in diretta con Silvio Berlusconi.
Un pomeriggio anonimo di un sabato anonimo
Uno immagina che la nomina ufficiale del candidato a presidente della Regione che allo stato riveste la funzione di capogruppo dei deputati azzurri a Montecitorio, come minimo, andrebbe fatta in conferenza stampa dal palazzo del Parlamento e non in maniera anonima da una provincia minore, di un pomeriggio anonimo, di un sabato anonimo, di giugno. Dell’iniziativa gli altri big azzurri calabresi sono completamente all’oscuro. Contattati nessuno conferma l’incontro, men che meno, il collegamento in diretta con il cavaliere da Arcore. Roberto Occhiuto arriva alla conferenza accolto dalla famiglia vibonese di Forza Italia. Mangialavori, del quale si erano perse politicamente le tracce per tutta l’iniziativa politica che ha costruito il percorso di Occhiuto, ha finalmente il suo momento di gloria. Occhiuto, evidentemente, punta a dare soddisfazione a Mangialavori, il quale, a sua volta, puntava ad uscire dal cono d’ombra in cui era finito negli ultimi mesi, nonostante la sua nomina a coordinare regionale e, nonostante, la protezione nazionale della senatrice Lucia Renzulli, balia del senatore vibonese da sempre.
«Parto da Vibo – afferma Occhiuto – perché col coordinatore Giuseppe Mangialavori abbiamo fatto un lavoro straordinario in questi mesi. Abbiamo lavorato a un progetto che in questi mesi realizzeremo in favore dei calabresi. Anche gli alleati saranno a disposizione. La campagna elettorale del centrodestra sarà avvincente». Avvincente o meno, i giornali scrivono, e la notizia di questa trasferta vibonese del candidato in pectore si diffonde. L’irritazione anche. Quando si scappa troppo avanti si rischia di scivolare e di cadere rovinosamente. Mangialavori e Occhiuto attendono una investitura ufficiale che non arriva.
La conversazione con la stampa tira altre affermazioni del capogruppo azzurro. Poteva mancare un richiamo a Jole Santelli? E no, non poteva mancare. «I mesi con Jole Santelli presidente sono stati straordinari, un’esperienza vista da fuori come grande riscatto territoriale. La nostra sarà un’esperienza di continuità» afferma solenne Occhiuto. E, tuttavia, le tensioni dei mesi scorsi anche con la defunta presidente della regione non possono essere cancellate con un colpo di spugna. Passano pochi minuti e le agenzie battono una durissima nota dell’avvocato delle sorelle Santelli, Sabrina Rondinelli. Sembra quasi una diffida. Anzi, togliamo sembra: è una diffida. «Offensivo della memoria di Jole intestarsi arbitrariamente parole come continuità o fare solo annunci e proclami da campagna elettorale. Al contrario sarebbe felice ed orgogliosa di avere lasciato un segno, laddove il prossimo Presidente ed il governo che seguirà, facesse scelte ispirate al solo bene della Calabria e dei calabresi, immuni da interessi di carattere privato e vari e particolarismi che hanno portato solo danno alla nostra amata terra».
Da fine settimana trionfale a disfatta
Il fine settimana trionfale di Occhiuto e Mangialavori, dopo la nota delle sorelle della compianta governatrice, si trasforma in una disfatta. Nessuna nomina ufficiale. Diffida a parlare di continuità con la Santelli. In serata monta l’irritazione di esponenti del centrodestra da ogni parte della Regione. Mangialavori è costretto a fare una nota per ridimensionare il senso e la natura della passeggiata vibonese di Occhiuto. Il coordinatore regionale azzurro è costretto a cospargersi il capo di cenere. Via scesa della Cerasella, sede della scampagnata politica vibonese di Occhiuto e Mangialavori, diventa un baratro. Un dirupo politico.
«L’incontro di oggi a Vibo Valentia - scrive il coordinatore azzurro - era finalizzato all’avvio di un dialogo con i cittadini e le forze produttive e sociali calabresi; non aveva, dunque, lo scopo di anticipare un annuncio che, come da prassi nel centrodestra, spetta esclusivamente ai segretari nazionali dei partiti che compongono la coalizione, così come già avvenuto per le candidature di Roma e Torino e come avverrà per tutte le altre città al voto». Il senatore Vibonese aveva messo in campo l’iniziativa, per dimostrare al popolo degli azzurri dell’antica Monteleone di essere parte fondamentale della strategia pro Occhiuto, pretendendo di battezzare la candidatura a Presidente del capogruppo azzurro a Montecitorio proprio nella sua Vibo.
Investitura non fu
Il risultato è noto. L’investitura non è arrivata, anzi, è stata spostata di 72 ore. Mezzo centro destra è irritato. Le Santelli hanno diffidato Occhiuto. Il battesimo si è trasformato in una via Crucis. La fuijtina vibonese si è trasformato in un disastro. Roba che, ad essere superstiziosi, dovrebbe indurre Occhiuto a girare alla larga da Vibo Valentia, almeno fino alla fine della campagna elettorale. Un dilettante allo sbaraglio avrebbe fatto molto meglio. A Vibo Valentia si è consumato un battesimo senza sale, speriamo anche senza l’effige dell’Arcangelo Gabriele, un battesimo del genere, di questi tempi, potrebbe essere un cattivo presagio. Lo scontro nazionale tra la Meloni e Salvini, la federazione tra Lega e Fi, hanno congelato l’investitura informale di Roberto Occhiuto. Se ne riparlerà tra 72 ore. Forse.