Lui nasce a Kansas City da una relazione ascetica tra Dio e Ignazio da Loyola, capintesta indiscusso dei Gesuiti. L'esperimento di sacra eugenetica evita, di fatto, fastidiosi coinvolgimenti carnali, da sempre invisi sia allo Spirito Santo che al Cavaliere basco. Così come alla Goldman Sachs, che partecipa in concorso esterno. Draghi viene al mondo senza il prologo di un qualsivoglia, sensuale amorazzo: è il figlio incorporeo di un soffio divino.

Non a caso, sarà noto ai più come il Migliore, non nel senso togliattiano del termine: Palmiro intrallazzava con "socialismi reali", masse popolari e altre cosucce dozzinali. Mario, al contrario, è metafisico per definizione. Il suo avvento su questa terra, del resto, costringerà il Padreterno ad abdicare frettolosamente al grido di "Whatever it takes"! Costi quel che costi. Lo farà per non subire il confronto con uno più figo e più potente di lui. Il Nostro cresce tosto e saccente.

A dieci anni si laurea alla Sapienza di Roma. Poco più che adolescente, ottiene il rango di Governatore della Banca d'Italia. Di lì a poco, muoverà alla volta della direzione esecutiva della Banca Mondiale e della Banca Asiatica di Sviluppo. Nel frangente più critico del debito sovrano, ascende al vertice della Banca Centrale Europea. Dalla suddetta postazione, si produrrà in un titanico prodigio: il salvataggio del totem per antonomasia. L'euro. Altro che pani, pesci e canarini! Per l'occasione, reitera quel Whatever it takes di conio paterno. Perché non si dubiti delle sue origini ultraterrene.

In tempi altamente sospetti, il Magnifico, avendo esperito il piacere sedante della noia, sceglie di darsi al cazzeggio blasfemo e di catapultarsi tra i terrestri. Veste le mentite spoglie di Presidente del Consiglio e punta a Chigi. Grazie alla complicità del carnalissimo Renzi, nato- più prosaicamente- da una tresca a tutele crescenti tra un boy-scout, Geppetto e un punteruolo. L'Altissimo, proprio a Chigi, si imbatte nell'antropologia tracagnotta dei Conte, dei Salvini, dei Di Maio e dei Bersy, non più Borsy (per eccesso di ribasso). Gente che non ha alcuna dimestichezza con le sfere celesti e che si lascerebbe intortare pure da Giucas Casella. Cionondimeno, le cose si complicano.

C'è una pandemia della madonna, senza alcun Lazzaro disposto a fingersi risorto e deambulante. Senza un cieco di Gerico che, al tuo tocco, si autocertifichi vedente. Al massimo, puoi contare su un Roberto Speranza da rianimare un minimo e da sottrarre alla funerea ombra dei cipressi. A questo punto, non ti resta che richiamare in servizio un certo Figlio(lo), notoriamente ammanigliato con la Trinità. Nomen omen. Ad ogni modo, il mestiere di Dio Mariano non è più quello di una volta. Cosicché, per domare il morbo planetario, ti devi allineare alla "dottrina" della scienza. Umana, troppo umana. A tratti, tamarra. Se poi, canni pure il Quirinale e non ti filano di pezza, preferendoti la melatonina mattarellica, fai la figura dello sfigato. Come se non bastasse, tra capo e noce di collo ti esplode la simil- terza guerra mondiale.

In men che non si dica, da cartaro unico dell'Europa Unita, da Supremo Contabile del Pnrr, ti tocca, tutt'alpiù, la leadership dei focolarini molisani, destinati-per rigorosa etimologia- alla cura del cuore della casa. Nella specie, la Casa Bianca di Biden. Che malinconia! Tuttavia, puoi ancora giocartela. Residua un posto di guardiano del faro alla Nato. Sempre che ti accontenti e non ti venga in mente di farti votare dai birrai del Massachusetts e dai gommisti dell'Ohio in vista del prossimo giro di giostra presidenziale a Washington.Nel frattempo, occorre mansuetudine e, soprattutto, "e cazuni cu nu stemma arret e 'na cuppulella cu a visiera aizata". Carosone dixit. Intanto, al Draghissimo(non più metafisico) spetta l'ultima partita. La più difficile. Un tressette. Con il morto: il Pd.