«Il giorno in cui questo paese perderà contadini e artigiani non avrà più storia», scriveva Pier Paolo Pasolini.
Lidia Andrieri, è una contadina, imprenditrice, mamma di tre figli. «La sera torno a casa distrutta, vorrei andare direttamente a letto, ma non si può, c'è tantissimo da fare dopo una lunga e faticosa giornata nei campi». Siamo nel cuore della Sila Grande, a due passi da San Giovanni in Fiore che della Sila viene considerata la ‘capitale’. Qui c’è l’Orto di Lidia.

Lidia, contadina per amore, ma anche per tradizione. Il dinamico papà, innamorato della terra, le ha trasmesso tanta passione per la natura. «Prima del 2013 io pensavo di essere una ragazza del 2000, una delle tante che conduceva una vita moderna e che amava il suo lavoro in caffetteria. Ho lavorato in vari bar e ristoranti. Ma un giorno venne fuori la parte più nascosta di me: la voglia di essere una contadina silana, quella che per gioco il mio papà mi faceva fare da piccola, scattandomi foto vestita da pastorella e da contadina. Ricordo ancora i profumi, le tradizioni e i colori della mia infanzia, che per anni ho rimosso e poi nel 2013 sono riemersi improvvisamente: profumo di latte appena munto, sapore del pane fresco con latte munto sopra, il ‘quararuattu’ appeso nel caminetto, i salami appesi in soffitta e il mitico vestito di pacchiana, che con il suo grande grembiule raccoglieva tutti i doni della terra. Mio padre e mia madre grandi esempi nella mia vita».

Dal 2013 improvvisamente la vita di Lidia è profondamente cambiata. L’aspettava la vita esaltante ma dura di chi deve coltivare la terra. «La mia vita non è semplice, anzi è molto faticosa. La mia giornata lavorativa comincia con una tanto odiata sveglia alle 4:30 del mattino e subito dopo mi trovo sul campo insieme ai miei collaboratori: iniziamo la raccolta dei prodotti dell’orto che poi porto al mio punto vendita, quindi ritorno in azienda prendendomi cura di piante e animali».

Siamo in montagna, a 1000 metri sul livello del mare. Qui c’è la terra di Lidia, qui ogni giorno lei vive e lavora. «Essendo a circa 1000mt di altezza il ciclo produttivo incomincia ad aprile e finisce a dicembre, la superficie coltivata è di circa 6 ettari. Coltivo ortaggi di stagione sia in serra che fuori serra, fragole, ciliegie, mele e pere del territorio appartamenti al vivaio che tanti anni realizzò mio padre, un appassionato ed esperto di piante di mele e pere».

Oggi Lidia sembra una mosca bianca, eppure un tempo qui in Sila, ma in buona parte della Calabria, tutte le donne erano contadine, per dare da mangiare ai figli. «Oggi sì, mi reputo una mosca bianca. Ma sono una che considera andare nella propria azienda un po’ come andare in una SPA, o in palestra. Amo il mio lavoro e lo faccio con passione. Tante amano seguire la moda, io amo acquistare abiti da lavoro! Un tempo le donne erano quasi tutte come me, e anche se ogni tanto mi sento fuori luogo, io sono felice cosi».

C’è una nuova sensibilità verso la natura, l’ambiente. Forse troppo tardi, perché il clima impazzito sta creando molti problemi. Anche gravi perdite del raccolto. Lo sa benissimo anche Lidia. «Sì, sembra che qualcosa stia cambiando, si parla tanto di ambiente, natura, ma mi sa che è un po' tardi. Noi agricoltori risentiamo tantissimo dei cambiamenti climatici ed è difficile produrre e garantire un continuo raccolto».

Lidia è mamma, felicemente mamma: «Ho 3 figli, due femmine: Selin 24 anni e Giovanna 17 che per l’azienda sono molto importanti perché mi aiutano nel punto vendita. Poi c’è il maschio Christian che mi aiuta nei campi. Ma la passione di Christian sono i volatili e i cavalli. Lui è come me: ha solo 20 anni ma adora i cavalli, si concentra interamente sugli adorati cavalli, i suoi cavalli, con la sua calma e il suo amore verso di loro. Sta raggiungendo i suoi obiettivi, è già diventato istruttore di equitazione e addestratore di cavalli. Ha un suo grande progetto, spero che presto lo realizzi».
Poi c’è il marito di Lidia: «Mio marito fa un lavoro diverso. Ha lavorato tantissimi anni in Svizzera, poi ha trovato lavoro a San Giovanni in Fiore. Appoggia le mie scelte, ma mi vorrebbe vedere più serena, e che dedicassi più tempo a me stessa e alla famiglia».

La sera Lidia torna a casa esausta. A pezzi. Con un solo desiderio: «Vorrei andare direttamente a letto. Dimenticare tutto per un po’. Ma poi il giorno dopo alle 4:30 salto giù dal letto e riparto: la mia terra ha bisogno di me. E io non posso mancare nemmeno per un solo giorno».