Nato agli inizi del 2000, oggi il marchio che vende solo prodotti biologici ha due supermercati, a Rende e Montepaone: «Tanti clienti che arrivano in aeroporto prima di andare a casa passano da noi facendo a volte anche 100 km per fare la spesa»
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Giovanni Sgrò è un imprenditore calabrese della salute. O meglio: della natura. Agli inizi del 2000 nasce Naturium. Tutto comincia quando Giovanni si accorge che nei prodotti consigliati nelle diete salutistiche e per il miglioramento estetico, c’erano alimenti introvabili in un posto solo. Così in un supermercato promuove il primo corner di biologico super attrezzato.
Giovanni Sgrò è l’ultimo di sei figli. Ha trascorso l’infanzia a Satriano, a 10 km da Soverato. La sua idea ha avuto successo.
«Oggi ho due supermercati, due negozi specializzati con il nostro marchio Naturium di cui uno a Rende e uno a Montepaone».
La sua attività oggi è resa possibile da 32 collaboratori specializzati, buona parte a tempo indeterminato.
«Pago con grande orgoglio più di 1 milione di euro di stipendi e quasi 400 mila euro di tasse all’anno. Vedi Franco, questa cosa a molti dà fastidio io invece ne sono orgoglioso, poiché vuol dire che l’azienda va bene. Oggi guardiamo tutto con grande fiducia anche se diventa sempre più un mercato iper competitivo e a volte sleale da parte di chi le tasse le elude o le evade».
Sport, alimentazione naturale, salute e benessere, sono questi gli obiettivi e i punti di ispirazione dell’imprenditore Sgrò.
«Si, vivo per donarmi agli altri, non esagero se sottolineo questa mia declinazione alla vita, ma questa è la mia missione, forse sbaglio ma questo mi dà gioia e voglia di fare cose sempre utili, non solo a me o la mia famiglia, ma che abbiano ricadute su quello che mi circonda. Finché saprò avere questa chimica farò questo lavoro, che mi vede al centro di scelte a volte rivoluzionarie e inedite soprattutto a queste latitudini».
Con Giovanni parliamo dei modelli di alimentazione in voga oggi. Ma anche della confusione e delle contraddizioni che spesso si creano.
«Oggi i social soprattutto, rendono tutto molto accessibile e soprattutto per l’informazione questo non è sempre un bene. Dietro a certi proclami e uscite bomba, si nascondono i guru del marketing che consigliano al nutrizionista o esperto di turno di spararla grossa, estremizzando i concetti che se pur veri, non vanno generalizzati senza un contraddittorio, demolendo tout court alimenti o preparati alimentari o metodi dietetici ecc. Per capire bisogna studiare e conoscere, ma “il pubblico” ama leggere solo i titoli o ancora peggio ascoltare in modo ossessivo video ammiccanti, e aggiungo spesso fuorvianti, in un mondo comunicativo senza mediazione. Un dramma.»
In una società come la nostra di cibo si vive, ma di cibo si può anche morire. Ma c’è certamente un problema di controlli.
«Nel biologico c’è la certezza che tutto sia assolutamente controllato, abbiamo intermediari molto sensibili ai controlli, poiché chi fa biologico veramente e mette in commercio un prodotto, lo fa con amore e responsabilità, non solo verso i consumatori ma anche verso la natura. Poi ci sono anche gli improvvisati che fanno il biologico solo perché i fondi economici dedicati sono 3-4 volte superiori al convenzionale, ma non hanno assolutamente la mission di vendere il bio. Fare bio vuol dire tanta burocrazia, controlli, fatturazioni corrette e grande etica».
Da Naturium arrivano opinionisti e influencer da diverse parti d’Italia, ma anche tante scolaresche.
«Si, è incredibile sapere e vedere che tanti clienti che arrivano in aeroporto prima di andare a casa passano da noi facendo a volte anche 100 km per fare la spesa, e scoprire le tante novità sia regionali che internazionali. Pensa che abbiamo le comunità argentine che vengono da tutte le province calabresi perché trovano un prezioso prodotto, il Mate (una foglia essiccata che si prepara come un té) tra l’altro utilizzato da Papa Francesco. Poi facciamo delle attività extra negozio con autorevoli personaggi che spaziano dalla comunicazione alla medicina, dalla cultura all’arte».
Naturium ha una forte declinazione al bello.
«Il nostro slogan è perché quando guardiamo una cosa bella, la nostra anima, la nostra mente, ricevono informazioni positive, e questo si ripercuote nel nostro benessere interiore, al pari il prodotto biologico nella sua struttura al microscopio».
La società del benessere è una società piuttosto malata: il diabete impazza, il colon irritabile colpisce milioni di persone, tanti i malati di eccesso di colesterolo Lld e trigliceridi alti. Sembra che la colpa sia della cattiva alimentazione.
«No, Franco. L’alimentazione è importante, ma riveste importanza, a mio parere, per il 30%. Un altro 30% appartiene alle nostre abitudini e alla sedentarietà. Poi il 40% dipende da ciò che ci circonda, dal lavoro e dall’ambiente lavorativo e in cui si vive».