Censore e Mirabello sbattono la porta in faccia a De Nisi e Giamborino, nonostante per l’alleanza si era speso lo stesso presidente della Regione. Schinella sarà candidato del Pd. Grande sconfitto anche il sindaco di Acquaro Barilaro
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Quando abbiamo pubblicato la foto che ritraeva Nicola Adamo e Mario Oliverio all’aeroporto di Lamezia intenti, secondo loro, a trovare una mediazione per una lista unitaria del centrosinistra alle Provinciali di Vibo Valentia, dandone conto sulla nostra testata nel pezzo, “Provinciali di Vibo, il Pd non vuole i traditori ma Oliverio e Adamo li ricevono in aeroporto”, onestamente, non ce la siamo bevuta. D’altronde la dura presa di posizione del segretario provinciale del Pd Vincenzo Insardà, che sparava a palle incatenate contro qualsiasi ipotesi che puntasse ad un recupero di personaggi politici come De Nisi, Bruni, Fera, Soriano e Giamborino, i quali nel corso degli ultimi anni attraverso defezioni, trasversalismi e tradimenti hanno fortemente condizionato l’espansione del Pd in provincia e città, aveva confermato i nostri sospetti. L’interesse di Nicola Adamo, d’altronde, rappresenta il sintomo che la vera strategia che persegue l’eminenza grigia del Pd calabrese, non è certamente la conquista del presidente della Provincia. L’obiettivo vero: collocare la pedina giusta da lanciare alle regionali, chiaramente, funzionale al loro disegno. E per Nicola Adamo, quella pedina, da sempre, si chiama Pietro Giamborino. Il resto è fuffa.
L’epilogo della presentazione delle liste alla provincia, rivela che, almeno per il momento, la strategia ha subito un arresto. Ma considerato la testardaggine di Adamo, siamo pronti a scommettere che la “giocata” è solo rinviata. Per ora, Adamo e Oliverio devono prendere atto di due effetti politici che non avevano calcolato: a) si dovranno intestare la responsabilità della sconfitta. Giuseppe Mangialavori, salvo sorprese, sarà il vincitore elettorale e politico della partita delle provinciali; b) si sono ritrovati tra le mani la ricomposizione dell’asse tra Michele Mirabello e Brunello Censore. Insomma un doppio schiaffo. Il vero obiettivo di Nicola e Mario, in vista delle elezioni regionali, infatti, era ed è, quello di ridimensionare l’area che, dopo la mancata rielezione di Brunello Censore alla Camera, è diventata una vera e propria spina nel fianco del presidente della Regione e dell’area politica che controlla attualmente il Pd regionale. Le elezioni provinciali e il dialogo con De Nisi, Bruni e Giamborino, dunque, altro non erano che, un trappolone teso da Adamo e Oliverio per far saltare definitivamente il fronte della sinistra tradizionale del PD vibonese dentro la quale sono radicati Mirabello e Censore. Dalle parti della cittadella erano mesi che si lavorava per mettere definitivamente fuori gioco ogni ipotesi di ricomposizione dell’alleanza tra i due dirigenti vibonesi. Il tentativo di portarli ad avallare un inciucio mal digerito dalla base pd con De Nisi, Bruni e Giamborino, puntava alla frantumazione del rapporto tra l’ex parlamentare serrese e il consigliere regionale di Ricadi e i quadri intermedi del pd vibonese. La lista di appoggio alle provinciali, uno strumento per esercitare un potere di condizionamento. Tuttavia non sempre le ciambelle riescono con il buco, soprattutto in politica. La strategia si è cosi scontrata con la lucidità di Censore e Mirabello, i quali, compreso l’insidia, hanno respinto ogni tentativo di dialogo con coloro che Insardà ha definito senza mezzi termini dei traditori. L’unico che si è battuto fino alla fine per un’alleanza anomala è stato, invece, il sindaco di Acquaro, il quale dall’epilogo della vicenda è risultato essere completamente isolato e fuori gioco nel Pd. Antonino Schinella, sindaco di Arena, dunque, sarà il candidato di partito che si presenta proprio sotto le bandiere del Pd.
Gaetano Bruni, da sgamato politico, considerato la chiusura ad ogni possibilità di dialogo con l’area Pd, a questo punto aveva cominciato ad esprimere le sue perplessità sull’opportunità di presentare una lista senza presidente e, sostanzialmente, finalizzata a favorire una lista comunque chiusa ad ogni dialogo. Di tutt’altro parere Francesco De Nisi, che dopo un continuo peregrinare tra destra e sinistra sembra essere riapprodato nel centrosinistra, seppur attrverso lo sbarco sulle rive della Cittadella. L’ex presidente della Provincia ha tentato di persuadere l’esponente dell’Udc fino a qualche ore prima della scadenza della presentazione delle liste. Tuttavia, mentre portava avanti questa paziente opera di persuasione, un altro De Nisi, Maurizio, sindaco di Filadelfia, nonché fratello di Francesco, tentava un cinico colpo di mano. Il primo cittadino di Filadelfia, infatti, si presentava alla segreteria generale della Provincia e presentava la lista alle provinciali con dentro gli uomini dello stesso Gaetano Bruni senza attendere il via definitivo dallo stesso Bruni. Insomma per dirla in due parole: una sorta di truffa nello stile di quelle che organizzavano i rom nelle fiere. Un zingarello si presentava al banco di un ambulante, fregava della mercanzia dal banco e si dava alla fuga, il derubato si precipitava all’inseguimento dello zingarello per recuperare la merce lasciando incustodito il banco, a quel punto intervenivano un gruppo di zingari adulti e svuotavano completamente la bancarella. A Gaetano Bruni, è successa una cosa del genere, mentre De Nisi lo intratteneva, il fratello minore cercava di fregarlo, politicamente parlando s’intende. Quando Bruni si è accordo che i De Nisi gli stavano svuotando il banco politico, è andato su tutte le furie, i presenti raccontano che è stata sfiorata la rissa. Alla fine gli uomini di Bruni, i sindaci di Dinami e Spadola, Gregorio Ciccone e Cosimo Damiano Piromalli, e l’assessore comunale di Dinami Rosa Emanuela Campagna si sono comunque ritirati. Il resto della lista rimane in campo, chiaramente depotenziata sia politicamente che elettoralmente. D’altronde, l’obiettivo di chi aveva architettato tutto ciò, era quello di stare nel gioco con una capacità di condizionamento; il tutto funzionale alle regionali del novembre del 2019. Il patto dell’aeroporto, dunque, si è sciolto come neve al sole.
Un altro grande sconfitto dell’epilogo vibonese è stato il sindaco di Acquaro, Giuseppe Barilaro. Una pedina usata e gettata rapidamente. È facile ipotizzare che l’argomento usato da Adamo e Oliverio per convincere il primo cittadino di Acquaro a passare da intransigente oppositore della linea dell’alleanza con il gruppo degli “ex” a strenuo sostenitore del dialogo, sia tutta da ricercare sul piano politico, i beni informati lasciano intendere che a Barilaro sia stata fatta intravedere la possibilità di essere il successore di Michele Mirabello alla Regione.
Il sindaco di Stefanaconi, Salvatore Eugenio Solano, a questo punto, salvo colpi di scena dovrebbe essere il prossimo presidente della Provincia vibonese. Il paradosso è che, Solano, proviene dai ranghi del Pd e proprio la sua elezione a Sindaco di Stefanaconi è stato il terreno d’incontro tra il neo senatore Giuseppe Mangialavori e l’ex presidente della Provincia Francesco De Nisi. Il sostegno di De Nisi, tuttavia, non è mai stato gratis per nessuno ma non deve aver trovato molta disponibilità alle latitudini del giovane senatore forzista. A questo punto De Nisi, si sarà consegnato alla sirena Nicola Adamo e Mario Oliverio, i quali, complice il potere nelle mani, avranno usato degli argomenti che devono essere stati abbastanza convincenti, considerato il background dell’ex presidente della Provincia di Vibo Valentia. E De Nisi da libero battitore tra destra, centro e sinistra, ben presto si è ritrovato a “battere” la grancassa del civismo targato Adamo/Oliverio. Questa volta è andata male. Ma statene sicuri ve lo ritroverete ben presto sulla scena. La vecchia politica difficilmente potrà fare a meno di questi personaggi.
Pablo
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